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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 28 agosto 1995
COMUNICATO STAMPA

LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE. IL QUOTIDIANO LA NAZIONE -PER PENNA DI PIERANDREA VANNI- E' LO SPECCHIO DI UN PAESE INERME DI FRONTE AL DRAMMA E ALL'INERZIA SUL PROBLEMA DELLE DROGHE E DELLA DELINQUENZA.

Firenze, 28 Agosto 1995. Vincenzo Donvito, esponente dei Club Pannella-Riformatori, ha rilasciato la seguente nota.

Il buon giornalista Pierandrea Vanni, in un corsivo di prima pagina nazionale del quotidiano La Nazione, ha dato il buon esempio dell'inerzia sua personale, del giornale su cui scrive e della maggiorparte della classe politica italiana e mondiale di fronte al dramma della droga illegale, della tossicodipendenza e della grande delinquenza che gestisce il fenomeno.

Secondo lui l'atto di disobbedienza civile di Pannella sarebbe stato fatto sulla pelle dei drogati. Si può essere favorevoli o meno all'ipotesi antiproibizionista in materia, ma quando si scade di tono in questo modo, vuol dire che c'è qualcosa di grosso sotto. Qualcosa di nascosto di cui si ha paura e che se venisse allo scoperto, scatenerebbe chissà quale catarsi. Non mi interessano le analisi psicologiche sulle motivazione del Vanni, ma da laico e libertario prendo atto che il quotidiano La Nazione ha affidato il suo commento in materia a chi ritiene che Pannella, i radicali, i riformatori speculino sul dramma e sulla disperazione di alcuni malati.

Non chiedo a Vanni perchè non abbia scritto altrettanto sugli affittuari eccellenti dell'Inps (è un problema che riguarda la sua coscienza), rispetto ai tanti senza casa, ma non posso tacere di fronte a chi usa la menzogna. Perchè se così non fosse noi radicali e riformatori dovremmo vivere in case con affitti simbolici, avere sedi politiche dateci dal Comune o che so io a prezzi irrisori, sedere sulle poltrone di non so quale municipalizzata elargendo e ricevendo prebende. Perchè quando si dice che qualcuno specula sulla pelle di qualcunaltro che sta male (i tossicodipendenti), significa proprio questo, che ne trae un vantaggio al di là della politica e del confronto delle idee e delle posizioni. Il giornalista Vanni è penna fine, attento conoscitore della nostra storia, ma in questo caso, non avendo argomentazioni valide da contrapporre alla nostra proposta di legalizzazione delle droghe, riesce solo a dire che noi lo facciamo per specularci e farci la nostra fortuna. E' il solito ritornello dell'Italia di

pulcinella: quando qualcuno non ha argomenti, allora -tu che magari sei una posizione privilegiata, come chi scrive su una prima pagina di un grande quotidiano-, per screditare il suo avversario, non gli resta che gridare che (mi si consenta questa espressione, ma a Firenze rende molto bene il concetto) "quello lì ha la mamma troia".

Rimane il fatto drammatico che chi ha voce non fa niente per bloccare la strage di Diritto, Umanità e buon senso che avviene ogni giorno grazie al proibizionismo, e chi come noi questa voce ce l'ha piccina, è costretto a rischiare la galera con azioni di disobbedienza civile, perchè purtroppo è questo l'unico metodo per porre il problema al centro dell'attenzione. La storia radicale è piena di azioni del genere, che hanno fatto bene a tutti, anche ai più feroci avversari.

 
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