FLAGELLO DROGA: DOMANI DOMENICA 27 AGOSTO ALLE ORE 11.15 AL MERCATO DI PORTA PORTESE PIAZZA IPPOLITO NIEVO A ROMA, INIZIATIVA DIRETTA NON VIOLENTA, DEGLI ORGANI DIRIGENTI DEL MOVIMENTO DEI CLUB PANNELLA-RIFORMATORI, DI DISOBBEDIENZA ALLE ATTUALI LEGGI PROIBIZIONISTE.
RISCHIO DI IMMEDIATO ARRESTO IL COORDINATORE NAZIONALE VITTORIO PEZZUTO, LA SEGRETARIA NAZIONALE RITA BERNARDINI, IL TESORIERE BENEDETTO DELLA VEDOVA, IL MEMBRO DEL CONSIGLIO GENERALE MIMMO PINTO, ANCHE DEI PARLAMENTARI MARCO PANNELLA (PRESIDENTE DEL MOVIMENTO DEI CLUB) E PAOLO VIGEVANO (DEPUTATO RIFORMATORE) E DI CONDANNE PER DECINE DI ANNI. NIENTE "FUMATE".
INOLTRE, AZIONE DI DISOBBEDIENZA CIVILE DI 7 MILITANTI DEL MOVIMENTO (MATTEO TEARDO, MAURO ZANELLA, GAETANO DENTAMARO, RAFFAELLA FIORI, ALDO ROVERSI, STEFANO SIMONI, ALBERTO ANTINORI) CHE SI FARANNO ARRESTARE PER POSSESSO (DI UNO DI LORO) DI 1,8 GRAMMI DI HASHISH COME ACCADUTO A RICCIONE NEI GIORNI SCORSI QUANDO LA POLIZIA HA ARRESTATO 7 RAGAZZI PERCHE' UNO DI LORO POSSEDEVA LO STESSO QUANTITATIVO DI 'DROGA LEGGERA'.
IN ALLEGATO DOCUMENTAZIONE RELATIVA ALL'INIZIATIVA.
1) Testo trasmesso alle autorità
2) Obiettivo: costringere al dibattito, all'attenzione, a nuove soluzioni
3) Ventanni dopo
4) Obiettivi dell'iniziativa, sua legittimazione e necessità
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Il Movimento informerà il Ministro degli Interni, il Ministro di Grazie e Giustizia, il Procuratore Generale della Repubblica di Roma ed il questore di Roma sui seguenti aspetti della azione nonviolenta: (firmate da Marco Pannella Presidente del Movimento, Vittorio Pezzuto Coordinatore, Benedetto Della Vedova Tesoriere, Rita Bernardini Segretaria, Mimmo Pinto membro del Consiglio Generale)
La norma costituzionale e i principi generali del diritto, gli articoli del codice corrispondenti alla nostra iniziativa- secondo la prevalente lettura e interpretazione - sono i seguenti con le seguenti conseguenze:
1) - L' articolo 68 secondo comma della Costituzione esclude la necessità di autorizzazione a procedere nel caso in cui il membro del Parlamento "è colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza".
2) - L'articolo 380 CPP tra le ipotesi che impongono agli agenti di polizia giudiziaria l'arresto in flagranza prevede, alla lettera H "i delitti concernenti sostanze stupefacenti o psicotrope puniti a norma dell'art.73 del T.U. approvato con il DPR 9 ottobre 1990 n.309"
3 Gli articoli 73 e 74 del DPR 309/90 rientrano, per quanto sopra detto - tra le ipotesi per cui è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza".
Ciò premesso, si rende noto che domani domenica 27 agosto alle ore 11.15, presso il mercato di Porta Portese in Piazza Ippolito Nievo si terrà una iniziativa diretta nonviolenta di disobbedienza alle attuali leggi proibizioniste sulla coltivazione, vendita e consumo della cannabis e dei suoi derivati.
Gli organi dirigenti del Movimento dei Club Pannella-Riformatori violeranno pubblicamente diverse norme del citato DPR, associati tra di loro ed al fine di commettere una serie indeterminata di reati, e segnatamente:
a) detenzione (sanzioni amministrative); b) cessione a titolo gratuito (da 2 a 6 anni di carcere e multa da 10 a 150 milioni); c) istigazione e violazione di legge; d) nonchè associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (da 10 a 20 anni di carcere)
(Documento firmato dagli organi del Movimento dei Club Pannella-Riformatori)
OBIETTIVO: COSTRINGERE AL DIBATTITO, ALL'ATTENZIONE, A
NUOVE SOLUZIONI.
Come i recenti episodi dell'eroina killer di Palermo a dei sistematici arresti per fatti di non-droga o di "droga leggera" dimostrano tragicamente, il flagello non accenna a diminuire di gravità ma si approfondisce, si radica, si estende sempre
più.
I tossicodipendenti, le loro famiglie, l'economia, la giustizia, la polizia, sono abbandonate alla tragedia ed al crimine.
Società e Stato sono colpiti a morte.
La cultura di regime di questi ultimi ottanta anni italiani, tutti antiliberali dalla scuola alle istituzioni politiche, non consente il confronto delle idee e delle proposte, la lettura e l'interpretazione dei fatti, la conoscenza e l'informazione come fondamento della tolleranza, della democrazia, della cultura stessa. E questo vale su tutti i principali temi della vita e della morte di questo nostro tempo, che si tratti della lotta ideale e concreta contro la guerra, contro la violenza, contro i tabù ed i totem etnici, contro la fame nel mondo, contro la distruzione dell'ambiente contro i diritti di libertà della persona, in primo luogo quelli sessuali. I fenomeni vengono mostrati, ostentati, in modo ossessivo: ma sulle loro cause e soprattutto sulle iniziative volte a superarli, necessariamente politiche, necessariamente "nuove" e necessariamente legate a idee e persone, gruppi e partiti altri da quelli rivelatisi cause o prodotti (impotenti a riformare) dei mali da sconfiggere, culture e gruppi do
minanti non possono che opporre incomprensione, silenzio, intolleranza, censura, ostracismo. Non si tratta di congiure o di malvagità: ma di feroce istinto di sopravvivenza di etnie e di ideologie.
In queste condizioni generali, e di fronte alla specifica congiuntura di oggi, non é reso possibile al paese, alla società italiana, alle persone di responsabilmente decidere se sostenere, consentire, o impedire un progetto politico-referendario che fra pochi giorni rischierà di essere sepolto, unico strumento capace, oggi, di ricatapultare nella politica e nelle istituzioni italiane singole innovazioni o riforme urgenti e riconosciute da tutti, spesso, necessarie, ad armarle di concretezza e di responsabilità.
Le leggi e le regole vigenti, d'altra parte, esse stesse non vengono rispettate dai poteri e dalle loro espressioni.
Per questo non resta a dei democratici, a dei non violenti, a dei liberali, che "esibire" le ferite e rifiutarsi di esser conniventi o sterilmente protestatari con la palude di moralità civile e politica imperante, armati di quella nonviolenza gandhiana che, non a caso, ha visto Karl Popper impegnato a comprendere e difendere negli ultimi decenni della propia esistenza.
Di conseguenza il Movimento passa alla fase più drammatica della sua lotta liberale e democratica, quella della disobbedienza e delle azioni personali per dar corpo, letteralmente, alle esigenze di giustizia e di libertà, oggi connesse con la esigenza di verità, di conoscenza, di dialogo, di affermazione delle regole e dei contratti fondatori della convivenza sociale e istituzionale.
Oggi e domani, al centro di questa lotta politica, e civile, viene posta la situazione relativa al flagello della droga "proibita" e del referendum che lo concerne direttamente.
Nei giorni prossimi si passerà ad analoghe azioni su altri temi e obiettivi.
I) VENTANNI DOPO
Nel 1975 la campagna antiproibizionista del Partito Radicale riportò un primo, importante successo, come tale salutato anche all'estero e che determinò anche la legislazione spagnola e incoraggiò evoluzioni più liberali in altri paese.
Essendo una proposta di riforma bloccata in Senato (all'art. I di un p.d.l. che ne comprendeva oltre 90), Marco Pannella si fece arrestare con una azione diretta nonviolenta organizzata dal PR, e rifiutò di richiedere la scarcerazione o la libertà provvisoria fin quando i Presidenti delle Camere non si impegnarono a giungere ad un voto entro l'autunno, il che effettivamente accadde.
Fu così, almeno in linea di principio legislativo ed in una pratica parziale e ridotta, che in Italia il mero "uso" di "droghe leggere" venne depenalizzato, così come la mera detenzione di quantità "modiche" di qualsiasi droga. Migliaia di detenuti uscirono dalle carceri, per la maggior parte condannati a anni di detenzione per pochi grammi di sostanze "proibite".
Il Partito Radicale, non ancora entrato in Parlamento, era contemporaneamente impegnato sull'aborto, sulla riforma del diritto di famiglia, sul voto ai diciottenni, contro la legislazione d'emergenza, contro il finanziamento pubblico dei partiti, e in un campagna referendaria estesa e anche allora difficile, nella più assoluta pratica dell'ostracismo e della censura da parte della RAI-TV e di gran parte della stampa.
Negli anni (e nei due decenni, ormai) successivi molti altri radicali si fecero arrestare e processare su obiettivi di lotta al flagello delle droghe "vietate" dal proibizionismo.
Da Luigi del Gatto a Angiolo Bandinelli, esponenti nazionali del PR, a molti altri militanti. E; ancora tre anni fa, si presentò - da soli - un referendum su questo tema che fu vinto e sulla cui attuazione i governi Amato e Ciampi furono seriamente impegnati, al contrario dei successivi, ed in particolare dell'attuale.
All'inizio di questa legislatura furono depositati due progetti di legge di iniziativa popolari promossi dal CORA e dai Club Pannella, cui si aggiunsero due progetti di legge di deputati di area progressista. Quest'insieme di progetti sono in discussione nella commissione giuridica della Camera dei Deputati, con manovre ritardatrici in particolare (ma non solo) di alcune componenti della destra.
Dal 12 Maggio di quest'anno è depositata a cura del Movimento e del Cora, una richiesta referendaria volta a depenalizzare ogni attività relativa ai derivati della canapa indiana, sulla base di quesito presentato in Corte di Cassazione nel dicembre del 1984. Se questa iniziativa non sarà coronata dal successo, se la gente, finalmente informata e mobilitata da tutti coloro, tanti, troppi, che professano di voler raggiungere questo risultato, salvo non far nulla, sarà difficilissimo, se non impossibile, che il Parlamento giunga ad approvare, prima della fine di questa legislatura e all'inizio della prossima quanto il popolo potrebbe decretare nella primavera del 1996, fra meno di nove mesi.
E' anche per questo che il Movimento, torna in questi giorni, ad una azione diretta nonviolenta di forte gravità e di grande impegno. Per moralità politica e civile, per serietà democratica, domani, domenica 27 agosto 1995, i suoi esponenti parlamentari disobbediranno formalmente ale leggi o alle loro applicazioni illegittime o inique, perché vengano riformate in difesa della società e dei diritti civili e umani dei cittadini.
II) OBIETTIVI DELL'INIZIATIVA. SUA LEGITTIMAZIONE E NECESSITA'.
Mass-media, forze politiche, Parlamento, Governo nulla fanno, e nulla consentono di fare nelle sedi di dibattito democratico, perché si adottino urgentemente adeguate misure per controllare e migliorare la situazione. Come per altre tragedie del nostro tempo, di questi anni, le si mostrano ossessivamente, ma si danno l'ostracismo alle iniziative di coloro che si assumono la responsabilità di operare per superarle.
In Italia, le strutture e i servizi prescritti dalle leggi per assistere e aiutare i tossicodipendenti o sono inesistenti, o sono fatiscenti, o sono di fatto abbandonati a se stessi.
Negli ultimi tempi sta dilagando un comportamento illegittimo e iniquo dell'apparato statale nei confronti delle vittime tossicodipendenti, così come dei milioni di cittadini incolpevoli vittime della violenza della legge, o in essa generata.
Da gran parte dello schieramento politico, e nella pubblica opinione, da anni si afferma che un aiuto non marginale potrebbe intanto esser dato dalla depenalizzazione delle attività connesse alla produzione, al commercio ed al consumo dei derivati della canapa indiana. Ma non avanza in nessuna sede in questa direzione. Occorre quindi che questo obiettivo venga acquisito, raggiunto, in un periodo dato, limite, non più rinunciabile. Si può sperare che questo accada in Parlamento, solamente se l'alternativa referendaria è incardinata, e detti e assicuri tempi e contenuti adeguati. Ma i mass-media non hanno informato gli elettori e l'opinione pubblica del fatto che, entro pochissimo tempo, più giorni che settimane, se non si capovolge immediatamente la tendenza, non sarà più sperabile di raggiungere nelle Segreterie Comunali la sottoscrizione delle seicentomila firme necessarie. Il diritto costituzionale e civile del popolo ad essere informato adeguatamente, perché possa scegliere se firmare o non firmare l
a richiesta, deve essere immediatamente ristabilito. Inoltre Governo e Parlamento devono immediatamente attuare quanto disposto con il referendum vinto: il carcere non può essere che una misura straordinaria e non ordinaria di trattamento dei tossicodipendenti incorsi in violazioni di legge a causa del loro male, e del proibizionismo. Invece ogni giorno si sta tornando alle peggiori pratiche del periodo dell'imposizione terroristica e violenta del proibizionismo craxiano e almirantiano. Occorre, quindi, che la giustizia sanzioni, anziché avallare e aggravare, questi comportamenti illegittimi.
Il superamento del flagello delle droghe proibite, con le loro conseguenze in ogni campo della vita sociale, individuale ed istituzionale, deve essere di nuovo messo all'ordine del giorno del paese, in modo da consentire ai cittadini di scegliere responsabilmente e democraticamente il da farsi.
Dopo anni di sempre maggiore irresponsabilità istituzionale, politica, giudiziaria è ormai non evitabile da parte dei nonviolenti democratici l'uso intransigente delle armi della nonviolenza, del dialogo, della tolleranza, del rispetto delle regole e dello Stato di diritto.
E' quanto il Movimento dei Club Pannella e Riformatori tornano da oggi a fare.