Roma, 29-8-95Dichiarazione di Lorenzo Strik Lievers, deputato Riformatore:
"Passerebbe l'esame di ammissione all'Ordine dei giornalisti il dott. Petrina, presidente dell'Ordine stesso? C'è da chiedersi con quale professionalità (tutelata dall'Ordine, pare) egli dia informazione se, come sembra, non usa documentarsi prima di prendere posizione. Con l'iniziativa (collegata al referendum sull'Ordine) di pubblicare " Risorgimento liberale" senza un responsabile iscritto all'albo, i riformatori -lo hanno detto e scritto- intendono porre non questioni relative ai rapporti contrattuali fra i giornalisti o editori o a una riforma dell'Ordine, bensì quella della libertà di stampa. La libertà di stampa appartiene a ogni cittadino, dicono la Costituzione della Repubblica e la dichiarazione dei diritti dell'uomo. La legge corporativa sull'Ordine dei giornalisti, invece, prescrive che nessuno può pubblicare un giornale se non ha la copertura di un iscritto all'ordine; chi non può, o non vuole assicurarsela è espropriato radicalmente di uno dei suoi diritti fondamentali.
Questo è il problema che poniamo. Se non è troppo annebbiato dalla droga corporativa per comprenderlo, di questo si discuta il presidente Petrina.
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, tesoriere dei Club Pannella:
"Il presidente dell'ordine nazionale dei giornalisti ci accusa di voler "criminalizzare una categoria che ogni giorno affronta duri sacrifici per informare". Ma quando mai? Forse che milioni di cittadini e di lavoratori non iscritti da alcun ordine non compiono sacrifici? Forse che la tutela corporativa, e di una corporazione rigidamente chiusa cui si accede per sola cooptazione, possa essere l'unica forma di tutela dei lavoratori in un moderno paese a (presunta) economia di mercato? Forse che il mercato e la libera contrattazione non potrebbero garantire anche ai giornalisti condizioni più che dignitose di vita e di lavoro?
A questo proposito, per quanto riguarda i giornalisti di Radio Radicale vorrei ricordare a Petrina che proprio l'Ordine stesso ha fino ad ora rifiutato l'iscrizione da parte dei redattori delle emittenti private in virtù di una interpretazione arbitraria e anticostituzionale della legge istitutiva. Detto questo, però, ai dipendenti di Radio Radicale vengono regolarmente versati i contributi previdenziali di legge. Ovviamente.