Credo che il signor BANDINELLI, nel suo elogio alla campagna
referendaria ancora in corso, sia un degno rappresentante del
costruttivismo radicale applicato alla politica, che riassumo in una
considerazione lapalissiana: per rendersi conto che una strada è
errata bisogna prima percorrerla.
Glasesferd, VITTORIO, ti direbbe che il mondo "reale" si evidenzia
solo laddove le nostre costruzioni falliscono. Tuttavia, dato che
possiamo (e tu lo fai in maniera ineguagliabile) descrivere e spiegare
il fallimento sempre e solo in base ai concetti che abbiamo utilizzato
per edificare la struttura fallita, esso non può mai fornirci
l'immagine del mondo che potremmo ritenere responsabile del
fallimento. Allora, nella tua consapevolezza politica
"GETTA VIA LA SCALA, DOPO ESSERCI SALITO...".
Questo probabilmente Dora Pezzilli vuole dire nelle sue proposizioni,
che poste nell'ottica (forse megalomane) in cui Wittgenstein nel
Tractatus fa riferimento alle "vie errate", possono essere
riconosciute insensate se colui che le ha comprese è salito per esse -
su esse - oltre esse.
Tornando al costruttivismo, chiedo a Bandinelli se cio' che cerca è
una campagna referendaria che nei suoi molteplici aspetti è
sicuramente positiva oppure il raggiungimento delle cinquecentomila
firme? In ogni caso, dato che la domanda è retorica, cosa propone
oltre ad analisi e constatazioni mosse piu' dall'inerzia dei pochi
militanti impegnati che non da una sua rielaborazione personale della
esperienza per prepararne un'altra, alla "ricerca" dello Stato
liberale, liberista, libertario?