PROVOCAZIONE PER LANCIARE IL REFERENDUM SULLE DROGHE LEGGERE. DOPO TRE ORE RIMESSO IN LIBERTA'PANNELLA REGALA HASHISH: ARRESTATO
IL POLO LO SCARICA. AN:INDEGNA GAZZARRA. IL PDS: LA LEGGE VA RIVISTA.
L'INFERNO E LE BUONE INTENZIONI
di Alberto Oliverio
La proposta di liberalizzare le droghe leggere, sollecitata da Marco Pannella, ha il merito di sollevare un problema ormai incancrenito, quello della diffusione delle droghe, leggere o pesanti, nelle società industrializzate, ma presenta molti punti oscuri. Si tratta di una proposta che fa appello alla tolleranza, a un'ottica "liberal" e che in termini più generali, pone un problema più vasto, quello delle scelte del singolo individuonell'ambito di uno Stato, che pone vincoli e limitazioni, anche se nessuno obietta alle campagne contro il fumo o contro il doping tra gli sportivi. Il "fronte del no"rischia perciò di apparire come l'espressione di un antiliberalismo di antico stampo, dello statalismo, di una soffocante tutela del cittadino: e poi perchè mai opporsi alla liberalizzazione di sostanze che sarebbero innoque, prive di effetti nocivi? Presentare il problema della liberalizzazione delle droghe leggere nei termini di una contrapposizione tra una posizione apparentemente liberal-permissiva e una antili
berale e restrittiva èin realtà semplicistico: che, come me, ha molti dubbi sulla opportunità di liberalizzare i cannabinoli (hashish e marijuana)ed altre sostanze psicostimolanti si pone degli interrogativi che non sono tanto legati ad una posizione "repressiva" o contrari al piacere quanto a dei problemi concreti. Un primo punto è quello che la liberalizzazione delle droghe leggere abbasserebbe la soglia psicologica nei confronti della droga in generale, il che è pericoloso in quanto il passaggio dalle droghe leggere a quelle pesanti - la cosiddetta escalation - fa parte di una comune storia di molti tossicodipendenti. Certamente non tutti i fumatori di spinelli sono approdati all'eroina: eppure questo meccanismo è frequente, soprattutto nei più giovani. E' appunto pensando ai ragazzi che molti sostengono che l'aura di proibizione che circonda le droghe leggere ne favorisce la penetrazione tra i giovani: ma oggi, in genere, la scula ed i genitori no puntano più a proibire e a demonizzare la drogaquanto a c
hiarire cosa significhi essere dipendenti, quali rischi comporti eccetera. Il secondo problema è di tipo farmacologico: è senz'altro vero che uno spinello occasionale non ha mai arrecato danni a nessuno, ma se gli spinelli diventano molti e ripetuti nel tempo, i cannabinoli non sono privi di effetti negativi, fisici e psichici. Il consumo abituale di cannabinoli aumenta infatti il rischio dei tumori, moltiplica più delle sigarette il rischio del cancro polmonare, deprime il sistema immunitario, ha effetti sulle cellule riproduttive, induce mutazioni: tutti questi effetti sul fisico sono ovviamente più seri se il consumatore è un ragazzo che continuerà a fumare o ad assumere droghe leggere. Bisogna inoltre tenere presente che le tossicodipendenze non implicano un legame esclusivo con una droga specifica, ma con un insieme disparato di sostanze, dall'alcool all'eroina, in grado di esercitare simili effetti su quei nuclei del cervello che inducono quelle sensazioni di piacere, riducendo le sensazioni di disagio
. La dipendenza è in gran parte legata a questo meccanismo e l'innescarlo non significa soltanto favorire un'eventuale escalation, ma anche di contribuire a spingere i ragazzi verso una richiesta del piacere e delle soddisfazioni di tipo artificiale, solitaria, al di fuori di progetti ed incentivi di maggior respiro. Vi è infine un terzo problema che lascia molti dubbi suol fatto che la legalizzazione ridurrebbe il mercato clandestino in mano alla mafia: in Olanda dove le droghe leggere sono state liberalizzate , i "chischi" di libera vendita sono divenuti dei punti di incontro fra i tossicodipendenti e gli spacciatori di droghe pesanti. E poi chi gestirebbe in Italia questi "punti vendita" che dovrebbero sottrarre clienti agli spacciatori? C'è da temere che le buone intenzioni che sono alla base della proposta di liberalizzazione delle droghe leggere potrtebbero naufragare con il confronto con la prassi, come è avvenuto con numerose altre leggi italiane, ad esmpio quella sugli ospedali psichiatrici che, bu
ona nelle intenzioni, ha riversato sulle famiglie il peso di una insufficiente assistenza pubblica.
VELTRONI: LA LEGGE VA RIVISTA
SI ALLA LIBERALIZZAZIONE, MA NON FIRMO I REFERENDUM
Intervista a Walter Veltroni
di Claudia Terracina
La decisione di appoggiare la liberalizzazione delle droghe leggere Walter Veltroni non l'ha presa a cuor leggero. Ci ha pensato e ripensato, si è documentato, ha voluto discutere con una serie di esperti. E infine, prima di mandare alle stampe il suo ultimo libro "La bella politica", ha deciso. Sì, valeva la pena di prendere questa strada, molto discussa, per tentare di stroncare in un modo nuovo il mercato degli stupefacenti. E oggi, mentre Marco Pannella mette a segno l'ennesima provocazione, il numero due dell'Ulivo rivendica le sua scelta, che lo avvicina di nuovo al vecchio leader riformatore, come ai tempi delle battaglie civili dei radicali. Non solo. Veltroni suggerisce anche di cambiare la legge Jervolino-Vassalli sulla droga. Lo stresso fa il capogruppo dei progressisti alla Camera Luigi Berlinguer: "l'attuale legislatura è orribile perché si fonda sull'arresto. Tanti ragazzi sono in carcere per aver detenuto minime quantità di hashish" spiega.
D-"Veltroni nel suo libro racconta di essersi schierato per la liberalizzazione delle droghe leggere, dopo un grande travaglio interiore".
R-"Sì, la mia è stata una lunga ricerca individuale, piena di inquietudini. Ma oggi sono convinto: questa scelta è inevitabile. E' la strada giusta per rompere il circuito dello spaccio di eroina e cocaina".
D-"Accoglierà allora l'invito di Pannella e firmerà il suo referendum ?"
R-"Leggerò con molta attenzione il testo del quesito referendario, ma io, come Violante e Berlinguer, sono dell'idea che la questione debba essere discussa dal Parlamento per approdare ad una nuova legge. Quella attuale non va bene. C'è già una proposta dalla quale partire, presentata da Franco Corleone e sottoscritta anche da alcuni esponenti del Polo. Io non l'ho firmata perché volevo approfondire l'argomento. Ora sono pronto".
D-"Oggi si ritrova perciò sulla stessa barricata di Pannella, che gli alleati del polo invece sconfessano".
R-"Non ci trovo nulla di male. Anzi. Ero sicuro che sui temi concreti delle battaglie civili ci saremmo trovati dalla stessa parte di Marco, anche se lui, al solito, sceglie la drammatizzazione dei problemi. Semmai, era singolare la sua alleanza con la destra con cui non ha storia in comune".