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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 31 agosto 1995
PANNELLA LANCIA ALTRE DUE SFIDE
"IN CARCERE? FORSE, PER ORA PENSO AD ABORTO E GIORNALISTI"

Dopo il "fumo" distribuito a Roma il leader dei riformatori annuncia nuove clamorose iniziative

L'Unione Sarda, 29 agosto 1995

Intervista con Marco Pannella

di Alessandro Careddu

Alla sbarra oppure no? E' quanto rischiano i sei riformatori che domenica hanno regalato "fumo" a Porta Portese: sei mesi, otto o quindici anni di galera per reato associativo? E' preoccupato Marco Pannella. Ma non per i cancelli di Regina Coeli che potrebbero chiudersi alle sue spalle. Vent'anni di battaglie combattute in piazza l'hanno temprato a tal punto che è già pronto a raddoppiare. "Alle 15,30 - spiega a metà mattina - ho una conferenza che va su Radio Radicale per lanciare altre due iniziative di disubbidienza civile a sostegno del referendum". Nel mirino, questa volta, aborto e Ordine dei giornalisti.

D. Pannella, ancora l'aborto.

R. "Le donne che vogliono abortire non devono essere costrette a ricorrere al monopolio pubblico".

D. Infanticidio in piazza?

R. "No. I comitati a sostegno del referendum faranno sì che le interruzioni di gravidanza vengano praticate, pur nel limite compreso dalla legge, cioè novanta giorni, anche nelle strutture private".

D. E l'Ordine dei giornalisti cosa c'entra?

R. "Vogliamo liberalizzare la libertà di stampa negata a chi non è giornalista. Siamo contrari a un ingresso alla professione che avviene, in alcuni campi, in maniera non limpida. Così distribuiremo un giornale di due facciate, Risorgimento liberale e referendario, organo del Movimento dei Club Pannella, firmato da un direttore responsabile non iscritto all'Ordine dei giornalisti".

D. Torniamo alla provocazione di Roma. L'unico suo dispiacere sembra non essere finito in carcere.

R. "Il pm Francesco Misiani è un magistrato di grande valore ma non capisco la sua decisione. Noi abbiamo commesso un reato associativo punibile anche con vent'anni di reclusione, mica con sei mesi, Ora, se per rimetterci in libertà è stato possibile utilizzare norme vecchie, sepolte da anni, perché non applicarle anche con gli altri imputati che magari stanno dentro per reati minori?".

D. Ma era proprio necessario ricorrere a una provocazione così forte?

R. "Mi rifaccio alla dichiarazione che ha aperto la manifestazione di ieri a Roma. Potete riportarla".

D. Il Polo rischia di spaccarsi. An contesta l'iniziativa, Cdu e Ccd chiedono un vertice con Berlusconi.

R. "Gerardo Bianco, del Ppi, e il ministro ombra di Prodi, Bompiani, sono contro questa iniziativa ma hanno taciuto. Abbiamo dichiarazioni di Martino (Forza Italia) e dello stesso La Russa (An) che correggono la posizione dura di Gasparri. E' una cosa trasversale, ma c'è da stare attenti perché questo dura dalla battaglia per il divorzio".

D. E Quindi?

R. "Lo spartiacque non è fra che è pro o contro la droga libera, ma tra chi è pro o contro i referendum. A soli 46 giorni dal referendum sul divorzio, oggi pantheon della sinistra, il Pci era tutto impegnato alle Camere con i vari progetti per fare fuori il referendum. Dico 46 giorni prima, mica un anno".

D. Diffida degli apprezzamenti progressisti?

R. "Oggi ci sono persone che si riservano di pronunciarsi sui vari temi, ma che ammettono che senza questi referendum in Italia non si farà alcuna riforma. E ci sono quei progressisti che dicono di essere a favore della liberalizzazione delle droghe leggere ma che non vogliono che sia un referendum a sancire la riforma. Faranno come per il divorzio: pur essendo a favore lo faranno fuori".

D. Potrebbero riuscirci?

R. "Ancora oggi la gente sa che si deve firmare per i referendum nelle segreterie dei Comuni, ma non conosce i temi. Mi auguro davvero che la Sardegna suoni la sveglia. Perché se entro pochi giorni non si va all'attacco, anche in Continente sarà difficile farcela".

 
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