UN'ALTRA BATTAGLIA DI LIBERTA'di Antonangelo Liori
Mentre i grandi leader democratici e libertari erano occupati nel difendere la loro casa Inps, Marco Pannella si è fatto arrestare ieri mattina a Roma per una battaglia di libertà. Ha distribuito provocatoriamente hascisc e marijuana in piazza Ippolito Nievo a Roma assieme ad altri sette compagni. Non entriamo nel merito della proposta referendaria: personalmente sono dell'idea che bisogna abolire persino il fumo delle sigarette ed il consumo di alcoolici nei locali pubblici, quindi non vedo perché si dovrebbe legalizzare l'uso delle droghe leggere. IL problema è però un altro. Nel nostro Paese proliferano lo spaccio di sostanze stupefacenti, la criminalità organizzata, l'abuso, il malcostume ed i nostri politici non riescono a mettere mano ancor oggi alle grandi riforme istituzionali. Della droga si parla tanto e non si riesce a fare nulla. Muccioli finisce in cella, viene infangato ed oltraggiato (magari a ragione) ma non si riesce a creare alternative al suo centro di San Patrignano. Lo Stato dichiara
illegale l'uso di sostanze stupefacenti, leggere o pesanti che siano, e poi consente di fatto a spacciatori e trafficanti di vendere eroina, cocaina, hascisc e acidi di varia natura nelle piazze, nelle discoteche, per strada, persino nei pubblici uffici. Notori trafficanti di eroina investono i loro enormi guadagni in titoli di Stato ed azioni delle maggiori imprese nazionali. Ebbene, davanti a questo scempio Marco Pannella ha chiesto prima una riforma legislativa parlamentare che non è giunta. Quindi si è rivolto al popolo attraverso l'istituto referendario. Di fronte a questa legittima esigenza, tutti i partiti politici gli hanno chiuso la porta in faccia, preoccupandosi, invece di conservare per quattro lire case Inps in pieno centro, di blaterare a vanvera su par condicio e simili amenità, di promuovere referendum televisivi anacronistici ed impopolari. Pannella ha fatto come ai vecchi tempi, quando condusse (e vinse) altre battaglie di libertà, come il divorzio e l'aborto: ha lanciato una pesante prov
ocazione, mettendosi a distribuire droga in piazza. Se non si fosse premurato di avvertire egli stesso le autorità, nessuno lo avrebbe arrestato. Perché in piazza Ippolito Nievo a Roma, come in piazza Giovanni o in Castello a Cagliari, come in migliaia di piazze italiane, la droga - pesante e leggera - si vende da sempre a quintali senza che nessuno abbia fatto niente per bloccare questo terribile traffico. Ecco, per questi motivi bisogna sponsorizzare la battaglia libertaria di Pannella come principio e non come fine. Sino a quando questo Parlamento non si deciderà ad attuare le riforme, allora è giusto che ci si rivolga direttamente al popolo. Noi non vogliamo che l'hascisc sia venduto liberamente - ciascuno la pensa a riguardo come meglio crede - ma pretendiamo che lo Stato attui riforme serie che ci liberino da spacciatori e trafficanti. E pretendiamo, soprattutto, che il Parlamento legiferi su problemi importanti e non su facezie scandalose e clientelari. Bravo Pannella.
LA NAZIONE, ROMA 28 AGOSTO 1995
PANNELLA NUOVO SHOW. ARRESTATO PER DROGA
Marco Pannella è dotato di un'innegabile qualità: la tenacia. Da quando, e portava i pantaloni corti, si è impegnato in politica trova regolarmente il modo di coniugare sensibilità nei confronti di problemi reali con pseudoprovocazioni che nove volte su dieci determinano effetti controproducenti. E non basta. Continua tenacemente a praticare un modo di fare politica a mitraglia (tipico è il ricorso a raffiche di referendum) che nel passato ha avuto qualche merito e, soprattutto, ha dato qualche risultato, ma oggi appare logoro e soprattutto improduttivo. Che in questo Paese alcune battaglie per i diritti civili siano andate a buon fine anche per l'impegno personale di Marco Pannella, è innegabile. Che in cento occasioni il leader radicale abbia passato il segno, non nella forma, ma nella sostanza, finendo per nuocere a molte iniziative attraverso la loro esasperazione e una forte sottovalutazione degli effetti conseguenti, è altrettanto innegabile. Questo vale, in particolare, per l'ultima "esibizione" in o
rdine di tempo. Ancora una volta, peggio di altre volte, Pannella prende di petto problemi reali, li fa deflagrare e prospetta una soluzione, quella della liberalizzazione delle droghe leggere, che molti ritengono peggiore del male, che suscita reazioni estremamente contrastanti, che potrebbe rappresentare un vicolo ancora più cieco di quello nel quale ci troviamo in questo campo. Il nodo vero è rivedere e adeguare la legislazione in vigore tenendo conto anche delle esperienze fatte all'estero. Il problema vero è che il Parlamento della "seconda Repubblica" viaggia ancora con i tempi inaccettabili della prima e che troppe volte ci si muove sotto la spinta emotiva di gravi episodi di cronaca. Così è stato per le violenze sessuali (e il Parlamento non è ancora riuscito a dare una risposta) e così potrebbe essere per la droga. Errori gravi, sia i ritardi, che l'emotività, errori ai quali anche Marco Pannella dà il suo personale contributo insistendo nella provocazione e nella spettacolarizzazione, nelle raffi
che verbali e referendarie, negli slogan magari suggestivi, ma vuoti. Si dice che la "trovata" di distribuire bustine di hascisc appartenga al filone della "disobbedienza civile": L'impressione è che piuttosto faccia parte di un altro filone: quello dell'irresponsabilità incivile. Perché se è vero che Marco Pannella ha il merito - e gli va riconosciuto - di esporsi in prima persona e di pagare direttamente, è altrettanto vero che in questo caso egli dà la sgradevole sensazione di contribuire ad una sorta di inaccettabile scontro ideologico sulla pelle dei drogati