Due interviste de "La Repubblica" a Meluzzi (Forza Italia) e Maiolo sull'azione di disobbedienza civile di Marco Pannella e i Riformatori riguardo le leggi sulle droghe leggere.IL POLO DEL SI': TIZIANA MAIOLO
"Ora il mercato è libero e gli spacciatori sotto casa"
La Repubblica, 28 agosto 1995
Roma - "Condivido interamente la provocazione di Pannella. Penso che sia piuttosto difficile che una legge antiproibizionista passi in Parlamento: quando si è in simili situazioni, i cittadini che credono nella necessità di una riforma hanno tutto il diritto di promuovere un referendum e di fare il possibile per raccogliere le firme".
Per Tiziana Maiolo (già giornalista del Manifesto, già iscritta a Rifondazione comunista, eletta nel 1994 nelle liste id Forza Italia, presidente della Commissione Giustizia alla Camera) l'iniziativa di Pannella è una sollecitazione a riflettere su un problema di fondo: può un politico con una formazione di sinistra stare nello stesso partito assieme a integralisti cattolici ed ex fascisti?
D. La posizione, e di Pannella, è all'interno del Polo minoritaria. Pier Ferdinando Casini ha chiesto un vertice per discutere il problema.
"Penso che un chiarimento si utile. Non solo nel Polo ma anche all'interno di Forza Italia. C'è molta disinformazione sul problema dell'antiproibizionismo. Quando è stata avviata la discussione in commissione, mi sono trovata in difficoltà. C'era l'ostruzionismo di An, ma c'era anche un atteggiamento incerto da parte della sinistra".
D. Cosa intende quando parla di disinformazione?
"Vedo che per esempio si fa molta tra la legalizzazione e la liberalizzazione. I due termini vengono usati come sinonimi. Noi antiproibizionisti sosteniamo che la liberalizzazione esiste oggi, col mercato nero e la droga disponibile nell'angolo sotto casa. Vogliamo che questo finisca, ma non tutti lo vogliono capire".
D. Non ha il sospetto che questo tema possa creare un problema di compatibilità politica tra antiproibizionisti e resto del Polo?
"Non credo che si possa parlare di incompatibilità. Certo: a me dispiace che le tesi antiproibizioniste incontrino tante difficoltà, so bene che in An quasi tutti sono contrari. Ma non penso che questo debba causare una rottura. Sono questioni presenti anche nell'altro Polo, che nascono dalla coesistenza nello stesso blocco politico di laici e cattolici. E' normale che su certi temi nascano schieramenti trasversali. Anche nel Pds non mi sembra che siano tutti antiproibizionisti".