Intervista de "Il Tempo" a Alfonso Pecoraro Scanio, deputato dei Verdi, dopo l'iniziativa di disobbedienza civile di Marco Pannella riguardo le leggi sulle droghe leggere.PECORARO: "NEI PAESI EUROPEI E' CALATO IL NUMERO DEI DROGATI"
Il Tempo, 28 agosto 1995
di Giovanni Lucianelli
Fumare hashish e marijuana liberamente per strada. Lo chiede Marco Pannella e non è certamente isolato. Alfonso Pecoraro Scanio, deputato dei Verdi è stato il primo parlamentare a firmare per il referendum che punta a legalizzare le droghe leggere.
D. L'antiproibizionismo ha un futuro in Italia?
"Io credo proprio di sì. A parte le manifestazioni di piazza di Marco Pannella che, va sottolineato, hanno riscosso un gran successo tra la folla, comincia a emergere un forte movimento dibase per la legalizzazione delle droghe leggere".
D. Saranno pur leggere, ma l'hashish fa male...
"Molto meno di quanto si pensi, nonostante la strumentalizzazione che qualcuno fa. Ma il punto centrale è un altro. Noi viviamo in un mondo nel quale l'hashish e la marijuana fanno aprte delle abitudini di migliaia di persone, e non sono certamente soltanto
giovani. Dunque è inutile nascondersi dietro un dito. Bisogna trovare una soluzione. D'altro canto, va sottolineato che quello della legalizzazione è un sistema molto efficace per combattere la criminalità organizzata. Se lo Stato prendesse in "gestione" il mercato delle droghe leggere riuscirebbe ad infliggere un danno economico non indifferente alle famiglie camorristiche e mafiose che oggi fanno grossi guadagni, nonostante gli enormi sforzi delle forze dell'ordine che combattono il fenomeno".
D. Anche in altri paesi europei si comincia ad affrontare il problema...
"Certamente. L'antesignana è stata certamente l'Olanda, dove i risultati sono arrivati subito. Il numero dei tossicodipendenti è drasticamente diminuito. Ma sono in atto iniziative del genere anche in altri paesi. Ad esempio in Spagna e in Svizzera".
CASINI: " "NO" ALLA RISPOSTA E CHE TUTTO IL POLO SI SCHIERI
Il Tempo 27 Agosto 1995
di Dino Tieri
LIBERTA' di droga? Mai! Pierferdinando Casini, coordinatore del Ccd, è assolutamente contrario alla liberalizzazione delle droghe leggere, anche se rispetta la diversa opinione di Pannella. Quanto alla iniziativa presa ieri dal leader radicale, l'on. casini la considera una buona occasione per fare chiarezza, su un argomento così importante, all'interno del Polo e chiama in causa lo stesso Berlusconi, affinchè la coalizione di centro-destra si pronunci appunto contro la liberalizzazione.
D. Onorevole Casini, che pensa dell'ultima iniziativa di Pannella sulla droga?
"Rispetto Pannella, la sua storia e le sue battaglie, ma rivendico il diritto-dovere di dire che la penso in amniera opposta. E poichè per tutta l'estate abbiamo parlato di fumisterie, e finalmente oggi si parla di un problema concreto, credo che gli elettori italiani abbiano il diritto di sapere se berlusconi che è leader del nostro "polo" la pensa come Pannella o come i cristiano democratici. Noi siamo assolutamente contrari alla liberalizzazione delle droghe leggere, ma è un problema importante che riguarda milioni di famiglie italiane, e chi intende governare il Paese su questo non può avere visioni confuse o compiere peccato di omissione, ma deve esprimersi chiaramente".
D. Quale via indica?
"Il Polo chiarisca che la posizione ufficiale del centro-destra è contraria alla liberalizzazione delle droghe leggere. Poi Pannella ha il pieno e giusto di fare tutte le manifestazioni di Pannella e non quelle del Polo. Poichè da qualche tempo nel centro-destra parla sempre più la componente radicale e sempre meno le altre componenti, questa è l'occasione giusta per rappresentare anche le altre posizioni".
"1975: Quello spinello svegliò il Parlamento e annebbiò il Questore"
Il Tempo 27 agosto 1995
di Stefano Mannucci
PER GIACINTO Pannella, detto Marco, le stecche di hascish svolgono la stessa funzione delle madeleines proustiane. Consentono viaggi a ritroso nel tempo, alla ricerca di emozioni perdute, lungo il crinale di battaglie vissute sulla propiria pelle, vent'anni fa più emaciata di quanto non lo sia oggi. Politico di gran fine, ma troppo spesso ostacolato dalla sua irrefrenabile verbosità, Pannella non ha mai smesso di annunciare i propri coup de theatre, costasse quel che costasse. Nel luglio 1975 il leader radicale tirava avanti a forza di cappuccini, pur di attirare l'attenzione sulla questione scottante della droga, che, allora come adesso, è un tema trans-ideologico, capace di smuovere le coscienze ben aldilà delle scelte di campo o dei "pieceri privati", sia pur goduti "in modica quantità". Lo spinello è un filo rosso che ha unito, in tempi diversi, Jimi Hendrix a Baudelaire, e Jack Nicholson al Claudio Martelli di Malindi. Tutti beatamente rintanati nelle loro nuvole di fumo.
L'ossuto Pannella operava, vent'anni fa, in un clima politico permeato dagli effluvi del dopo Woodstock, e preferiva l'abbigliamento casual alla grisaglia. A Palazzo Chigi sedeva Moro, con Gui ministro degli Interni. Il leader radicale escogitò un clamoroso atto di "disobbedienza civile" per costringere i presidenti delle camere ad accellerare l'iter del disegno di legge per la depenalizzazione del consumo delle droghe leggere. Convocò una coonferenza Stampa nella sede del suo partito, a Torre Argentina, parlò per due ore, sottolineò l'ipocrisia dell stao, "i cui prodotti nocivi, come caffeina, nicotina e alcool creano, quelli sì, assuefazione.
Per sette anni l'abbiamo detto invano -tuonò- Ora abbaimo aspettato troppo". Estrasse dal portafoglio un grammo e mezzo di hascish e lo mostrò ai funzionari di polizia convenuti. Non contento, rivelò che la sigaretta da lui consumata poche istanti prima era drogata. La scientifica analizzò il mozzicone, e quando la conferma giunse all'allora capo della Mobile masone, scattò la flagranza di reato e il fermo fu tramutato in arresto. Quasi lo stesso copione eseguito ieri a Porta Portese. Ma allora l'attivissimo segretario del partito radicale, Gianfranco Spadaccia, seppe sfruttare al meglio quel minimo di colore locale che la situazione consentiva. Furono convocati gli stati generali della cultura libertaria a Piazza Navona: molti tardo-hippies, qualche notabile socialista, Cavallo Pazzo che già lamentava la propria condizione di emarginato, e perfino un Oreste Lionello in caftano, impegnato a sciorinare barzellette non più sapide di quelle del Bagaglino. Pannella se la cavò con una decina di giorni a Regina Co
eli, una condanna per quattro mesi per una precedente accusa di istigazione alla disobbedienza, e l'innegabile successo per un obiettivo che fu raggiunto qualche mese più tardi, con l'approvazione della legge.
Per i fan della dietrologia, indimenticabile il corollario del "caso Di Francesco", il Commissario dirigente della Sezione Antidroga, che aveva tratto in arresto Pannella, salvo poi manifestargli la sua solidarietà con un telegramma, in veste di privato cittadino, che "Notizie Radicali" diffuse incautamente rilanciando all'Ansa. "Per sottrarlo alla situazione di disagio", il questore Macera rimosse prontamente dall'incarico Di Francesco, che in quei giorni andava distinguendosi per il suo impegno in favore del nascente sindacato di polizia. A lui, quello spinello fece davvero male.