>.D: Qualche parlamentare è convinto che questa sia la legislatura buona: se non s'interrompe verranno depenalizzate le cosiddette "droghe leggere".
R: Sto preparando una grande campagna. Voglio convocare un gran numero di parlamentari che non la pensano come quelli che hanno sottoscritto la proposta di legge sulla legalizzazione. Ci opporremo, faremo davvero una grande campagna: la preparerò, la stimolerò, ci daremo da fare fino in fondo. La potremo anche perdere, anche se non lo credo, però garantisco che non mi arrenderò.
D: Guerra aperta a quella proposta, allora.
R: Si, ed anche perché bisogna stare attenti al fatto che liberalizzazione o legalizzazione possono creare "costume sociale": i giovani possono pensare che "se è permesso non è poi tanto grave". Creare insomma costumi sociali di questo tipo significa avviare i nostri giovani verso la discesa.
D: Eppure si dice che lo spinello non faccia male, quanto meno non più delle sigarette.
R: Non è vero. E non lo dico io, ma l'Associazione dei farmacologi europei. E poi mi fanno piangere, per non dire ridere: vogliono che i nostri giovani che vanno sul motorino o sulla moto mettano il casco, e vogliono allo stesso tempo distribuire sostanze che non rovineranno solo la testa se la battono, ma che distruggeranno l'anima, il cuore, tutta la vita dei nostri figli.
D: Il "Coordinamento antiproibizionista radicale" ha definito un gesto eroico quello di Pannella, l'altro ieri mattina a Porta Portese. Don Pierino cosa ne pensa?
R: E' stato uno show. Uno show nel suo stile, forse. Lo conosco, Pannella. E lo stimo. Voglio concerdergli la buona fede, l'onesta intellettuale. Forse lui crede in questo, ed io rispetto le sue opinioni, ma non penso che sia quello il metodo. Violando una legge dello Stato, buona o non buona che sia, usando sistemi di quel tipo, ritengo che non si renda un buon servizio alle persone.
D: Liberalizzare lo spinello "significherebbe educare i figli accontentandone tutti i capricci" ha detto don Antonio Mazzi.
R: Certo. Vogliamo far promuovere i ragazzi che a scuola prendono "quattro" e vogliamo legalizzare lo spinello, l'hashish, la marijuana, quindi un'altra strada in discesa.. Ma quando questi ragazzi dovranno risalire da un'ignoranza culturale crassa, da una vita disastrata, come faremo? Io parto dal presupposto che educare significa sfidare: chi insegna sfida l'ignoranza, chi educa sfida il qualunquismo.
D: Ma gli antiproibizionisti sostengono che liberalizzare vuol dire proprio salvare..
R: Ma noi non parliamo di "sdrogare": le comunità hanno come fine il recupero integrale della persona. In-te-gra-le! E' cioè ad uno che beve whiskey non propongo il Lambrusco o il Brunello di Montalcino..
D: Sostengono anche che sarebbe stroncato il narcotraffico.
R: Si, dicono che "legalizzando taglieremmo le mani ai narcotrafficanti.. Perché? Ma che rapporto c'è? Ti leggo quello che dice Kendall, l'ex direttore dell'Ufficio narcotici dell?interpol: " Per qualche tempo forse sarebbe ridotta la delinquenza. Ma la fine del proibizionismo negli Stati Uniti ha forse decretato la fine delle bande di mafia? Certamente no. I trafficanti troverebbero un'altra fonte di reddito".
D: Che si fa, allora?
R: Lo suggerisce ancora Kendall: combattere il consumo con metodi preventivi. Per vincere la guerra bisogna convincere i consumatori a smettere di drogarsi, ma non con la galera. E ripentendo che la droghe non devono diventare un diritto, come la casa, il lavoro, la scuola e cosi via: adesso è in questi termini che la vogliono mettere.