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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 4 settembre 1995
IL 20 SETTEMBRE PROSSIMO SI CONFRONTANO DUE PROPOSTE: MAGGIORE LIBERTA' O LOTTA PIU' DURA.
L'EUROPA VOTERA' SULLA LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE LEGGERE.

CRESCE LA POLEMICA ALL'INTERNO DEGLI SCHIERAMENTI POLITICI ITALIANI. PRODI E SLAVI IN CONTRASTO, E MASTELLA CONTRO MARTINO.

LA NAZIONE P.3 MERCOLEDI' 30 AGOSTO 1995

INTERVENTI DI DON GIACOMO STIGHI E MARCO PANNELLA

PREVENIRE: LA VERITA'? TUTTE NOCIVE LE DROGHE DI DON GIACOMO STIGHI.

Intervengono controvoglia nel dibattito in corso sulla depenalizzazione di hashish e marijuana perché non ci sto a schierarmi per forza o tra i favorevoli o tra i contrari. E' un modo troppo superficiale di affrontare un problema che è complesso ed è fatto di più verità; un problema la cui soluzione è altrove.

La prima verità da sapere è che non esistano droghe innocue o neutre: sono tutte dannose, anche quelle che non sono mortali o non provocano danni irreparabili al fisico o alla mente. Il solo fatto che lo spinello abbia come effetto la diminuzione dei riflessi o crei stati di apatia non è cosa da poco né esente da rischi anche gravi, per chi lo usa e per chi gli sta accanto. Sono d'accordo coi professori Mannaioni e Pepeu dell'Università di Firenze che affermano che lo spinello fa male. E la mia esperienza , costruita sulle migliaia di casi passati dal Centro di Solidarietà di Firenze, va anche più in là: mi dice che se è vero che non tutti quelli che fumano spinelli finiscono nelle droghe pesanti, è altrettanto vero che quasi tutti i tossicomani incalliti hanno iniziato abusando di alcool, spinelli e pasticche.

Inoltre si fa un gran parlare di droghe leggere e droghe pesanti, senza pensare che la distinzione la si dovrebbe fare tra consumatori leggeri e consumatori pesanti. E ancora: è ben diverso se è un adulto che fuma uno spinello o se lo fanno adolescenti non ancora strutturati psicologicamente, e che, attraverso l'uso di una sostanza, esasperano il conflitto con la società o si aggregano in gruppi dove la trasgressione si cristallizza.

D'altra parte è vero anche che mandare in galera un ragazzo perché ha in tasca qualche spinello è fatto altrettanto grave dalle gravissime conseguenze per il suo futuro.

C'è una terza verità di cui ho conferma nei miei frequenti incontri con gli studenti di scuola media superiore di Firenze; oltre due terzi dei nostri ragazzi fanno uso di queste sostanze senza farsene ormai un problema. Per alleggerire il giudizio le chiamano droghe ricreative, prese per divertirsi e non per andare fuori di testa.

Questo, secondo me, è il vero problema: che tanti giovani per stare bene abbiano bisogno di stampelle chimiche. Perché avviene questo proprio all'interno di una società ricca e benestante, ampiamente permissiva, dove è più facile che i giovani si annoiano piuttosto che sudare? Questa è la domanda.

La risposta c'è, ma è scomoda, perché obbliga a rivedere molte cose della società, dalla scuola, al lavoro, al posto dei giovani nel nostro mondo; cosi ci si contenta di piccole battaglie tra proibizionisti e permissivisti, della modifica di una piccola legge. Sono interventi di mira bassa, direbbe don Milani. La soluzione sta nel trovare una politica più efficace per i giovani e i giovanissimi, che sono ancora i più esposti al rischio di abuso di droghe, siano essi legali (alcool, tabacco, psicofarmaci) o illegali (spinello, ecstacy, anfetamine, cocaina, eroina). La soluzione è nella prevenzione.

Non ho simpatia per le proibizioni per legge. Il lavoro che da quindici anni mi onoro di fare non è quello di proibire qualcosa ai tossicodipendenti, ma di aiutarli a stare bene con sé e con gli altri attraverso positive scelte di vita. Quando ci riesco, sanno da soli cosa evitare e cosa scegliere anche tra le tante cose che questa società permette ma che non favoriscono certo la vita.

Quando anche lo spinello sarà legalizzato il problema vero resterà, e sarà ancora se i nostri ragazzi staranno bene in questa società o no. Ma questo è un problema davvero serio. Perciò i politici di oggi e di domani, come quelli di ieri, preferiranno rimandarlo alle calende greche.

REFERENDUM SEPARARE LO SPINELLO DAL RESTO DI MARCO PANNELLA

LIBERIAMOLI DALLO SPACCIO

Il cuore del problema è uno solo, e solo quello; in una domanda: il successo della raccolta di firme referendarie, in tema di giustizia, di economia , di droga, di aborto, di caccia, di obiezione di coscienza, può aiutare le forze politiche, il Governo, il Parlamento, la politica e l'informazione, a operare e decidere con serietà e senza rinvii a Duemila?

I 18 referendum - se riuscissimo a farli conoscere ai cittadini e costoro decidessero di andare nelle segreterie comunali a sottoscriverne le richieste - stimolerebbero, o no, da subito, le commissioni parlamentari a trovare finalmente risposte e riforme legislative a problemi reali che altrimenti continuerebbero a imputridire, e a far imputridire l'intero Paese?

Questi quesiti ( a cominciare - oggi - da quello sulle droghe dette "leggere" e che in realtà sono semplicemente delle non-droghe, al contrario degli alcolici, dei tabacchi e della maggior parte dei <> antidepressivi o sedativi) sono seri, o no? Lo sono in 18, in 15, in nessuno? Questo è il problema che si pone a chi sia onesto intellettualmente e politicamente libero di agire in scienza e coscienza.

Quanto al merito del referendum sulla non droga lo ripeto, ne discuteremo. E potremo tutti comprendere, studiare, approfondire meglio, com'è necessario. Intanto, però, partiamo da queste nostre convinzioni di base che riassumo in modo assiomatico:

- occorre subito differenziare i due <>, quello delle droghe e quello dei derivati della canapa indiana. In tal modo potremo ottenere quello sul quale concordiamo tutti: evitare che i fumatori di spinello siano indotti, costretti, ad entrare in contatto con gli spacciatori di droghe, e con l'infernale meccanismo criminale;

- da millenni i derivati della canapa indiana sono usati da popolazioni intere: ma mai nessuno è morte per hashish o marijuana. Ed è assolutamente certo che essi non creano assuefazione, nel senso in cui lo intendiamo comunemente; come lo creano, invece, tutte le droghe , proibite e no, tabacco e alcool inclusi. E' bene che le famiglie e gli stessi <> lo sappiano tabagismo e alcoldipendenza esistono ma.. canapismo, no;

- occorre subito impedire che il mercato dei derivati della canapa indiana diventi assolutamente autonomo dall'altro, che gli <> di questo mercato non, ripeto: non, vadano in carcere; non siano costretti a subire terapie inesistenti e impossibili; non vengano gettati nelle braccia della criminalità e delle droghe <> e, anche per questo, oggi letali.

Il rischio maggiore, oggi, lo corriamo, lo corre l'Italia, per due motivi: la mancata informazione dei cittadini che non sanno di dover decidere loro, già oggi, se consentire questi referendum, e andare allora a sottoscriverli subito, o se impedirli, restandosene a casa: e la posizione irresponsabile, spesso disonesta, o in alternativa sciocca e pretestuosa, di chi dichiara di essere d'accordo con l'obiettivo, ma non con il referendum e con gli altri strumenti che noi attiviamo.

Questo è quanto è accaduto regolarmente da trent'anni a questa parte , specie ad opera della <>. Il Pci, i laici di corte della Dc, viribus unitis, tentarono con ferocia di impedire (in nome, naturalmente, del divorzio!) il referendum sul divorzio fino al 23 marzo del 1974 ( il referendum era già convocato per il 12 maggio). Al solito: il <> non gli aggrada. Non i referendum. Non i digiuni. Non le autodenunce, gli arresti, i processi. Non indossare le uniforme croate, disarmati, dinanzi agli eserciti serbi che avevano spianato Vukovar e stavano per farlo a Osjek.. E, in tal modo, possono meglio ingannare i propri seguaci, e tentare la <> contro di noi per conto dell'intero regime. Niente di nuovo.

Se esiste una sia pur lieve - ma da coltivare con grande determinazione - possibilità è affidata al fatto che il parlamento e le forze politiche, di centro, di destra, di sinistra sappiano che, se non decidono loro, fra nove mesi al massimo, decide il paese. E proprio noi, e soli, tre anni fa vincemmo un referendum, solo nostro, che seppelli d'un tratto la lunga, terroristica, altrimenti vincente linea Craxi- Jervolino- Vassali- Almirante e che ha avviato una controtendenza che vogliamo ora rafforzare.

Il resto, sono chiacchiere: prodiane e proditorie. Avremo tempo e modo di confrontare i diversi punti di vista se, entro due settimane, si compirà il miracolo civile di seicentomila donne e uomini di buona volontà che andranno a firmare nelle segreterie comunali la richiesta di referendum.

 
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