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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Paolo - 5 settembre 1995
É buffo, seppur inquietante, assistere alle feroci esternazioni di persone di cultura, le quali, bava alla bocca ed occhi di bragia, urlano cha mai l'azione di Pannella e degli altri compagni, distribuire haschisch a Porta Portese, potrebbe avvicinarsi alla provocazione, che ben altro è provocare, e che soltanto più qualche mona (citrullo, per i non triveneti) per tale l'avrebbe preso. Evidentemente Saviane, Squittieri, Savelli (?), cioè gli uomini di cultura, oltre e più che ad essere stati offesi nel loro proibizionismo irriflesso, si sono trovati spiazzati di fronte al fatto che i media italiani parlassero di Pannella, del movimento, dei referendum, di politica. Ora D'Alema e Veltroni possono pure permetteresi d'essere d'accordo con Pannella, o meglio non possono non esserlo, ma le cinghie di trasmissione, gli intellettuali organici, loro, questo, non possono assolutamente accettare. Saviane, e gli altri, si ribellano al fatto che la stampa italiana per due giorni abbia dovuto fungere da organo di informa
zione e non da ciclostile. Cosí piagnucolano per un colpo che non si aspettavano: ma come?, si era deciso che non ne parlavamo più di quello, e poi certo non in termini positivi, se del caso.

Negli anni trenta molti intellettuali sovietici, membri emeriti del sindacato scrittori, protestarono per il fatto che, nonostante l'aperta condanna espressa da Stalin e la conseguente persecuzione messa in atto, qualche rivista ancora pubblicasse versi e articoli di Osip Mandelstam. Gli uomini di cultura sono certo figli elettivi di Gorki.

 
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