RUBRICA: "LE LETTERE"IL MANIFESTO RISPONDE
"PER CHI LAVORA MARCO PANNELLA"
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"Ricordo che ero anch'io a Piazza Navona, anni fa , a sostenere Pannella in questa stessa battaglia che lo vede oggi come ieri "coraggiosamente" in prima linea e che, temo si concluderà con una sconfitta. Chi può dirci, senza qualche ragionevole dubbio, che proprio quelle azioni non abbiano contribuito a creare uno stato d'ansia e di disagio a quanti, molti sulla droga e sui drogati riversano massicce dosi di paura, tanto da portare la sempre limpida coscienza dei governanti che seguirono (Craxi) a promuovere una legge per difendere i bravi e tranquilli cittadini che di droga non volevano nemmeno sentirne parlare?
Tornando al problema della legalizzazione delle droghe leggere, siamo sicuri che tutto il problema sia risolvibile semplicemente con un pronunciamento popolare? "I cittadini hanno scelto"; ma se sarà "no", non sarà l'ennesima occasione per i nostri governanti, formidabili cavalcatori di tigri, per operare un'altra clamorosa stretta sulla strada del proibizionismo e dell'emarginazione dei "drogati", della loro cacciata dall'interno di questa società così sana, così pulita? E se sarà "sì" (cosi di cui a questo punto dubito) cambierà veramente qualcosa, dato che le previsioni di Corleone sulla nascita dei coffeshop nel nostro paese mi sembrano piuttosto azzardate se non fastidiose? Non sarà invece un problema di cultura, o se si vuole di morale, quello che deve portare al gente a riflettere sui risultati e non sui presupposti di una politica proibizionista che ormai da decenni impegna enormi forza sul campo della lotta alla droga senza per questo aver risolto il problema? Non sarà piuttosto necessario dare
un messaggio preciso a quella "gente" che vorrebbe il drogato al muro (cosa importa se è un tossicodipendente o uno che frequenta luoghi tipo il Leonka), concedendo uno spazio di legittimità a chi, come me, e so di non essere solo, ha sempre detto no alle droghe pesanti senza che il fatto di fumare canapa mi portasse a considerarle un passaggio obbligato? Legalizzare le droghe leggere non significa una somministrazione coatta delle stesse e sono sicuro che i giovani e non solo quelli di oggi, non sono una mandria di idioti pronti a fumarsi tutto solo perché una legge non la proibisce." "Pannella. Lei per chi lavora?".
Lettera firmata.
Risponde
Anna Pizzo
"Non sarà un referendum a cambiare i giudizi proibizionisti nel nostro paese. Il referendum potrebbe essere l'esito di un processo per far diventare senso comune quello che oggi viene visto come vezzo snob o come cultura dello "sballo", se non addirittura come istigazione al "fumo". Nel caso di quello proposto da Pannella (in buona compagnia con altri diciassette) però le cose non stanno così. Perché questa valanga di referendum, a parte l'effetto di autoannullamento per "overdose", non è entrata nel vivere quotidiano delle persone, non ha toccato la loro materialità, non si è imposta. E ora che Pannella ha deciso di rilanciare alla grande, c'è una gran puzza di uso strumentale del referendum (di quello sulle droghe leggere in particolare) quale merce di scambio all'interno del Polo. Ma, soprattutto, perché il quesito referendario è riduttivo e sbagliato: riduttivo perché di fatto non propone mè la legalizzazione, mè la liberalizzazione ma solo l'abolizione di alcuni articoli (in specifico il 26, 38, 50, 54
, 75 e 79) sulle punizioni; sbagliato perché, se passasse, per come è formulato, creerebbe solo più confusione (se non addirittura dei veri paradossi): ad esempio continuerebbe ad essere perseguibile penalmente il possesso di cannabis non destinato ad uso personale. E addirittura si potrebbe verificare l'eventualità sulla detenzione per uso personale di droghe pesanti verrebbe ad essere non punibile mentre quella di droghe leggere continuerebbe ad esserlo. Ho voluto ribadire questi elementi, già sollevati giovedì 21 agosto su "Il Manifesto" da Giancarlo Arnao per segnalare quanto sia urgente andare ad un dibattito parlamentare sulle proposte di legge per la legalizzazione delle droghe leggere presentate al Senato da Manconi e alla Camera da Corleone,.Quanto alla tua ultima domanda, rivolta a Pannella, o meglio alla sua "figura" per così dire politica e morale, credo che sia ormai tempo di dare una risposta. Definitiva.