Napoli, 13 settembre 1995
"Napoli è restata nel profondo quella di ieri. La putrefazione, per molti versi, continua.
Nella stampa napoletana continuano ad operare corrotti e corruttori, guappi impuniti oggi più vicini al potere, ed ai poteri, di ieri. Ce ne accorgiamo ogni giorno.
Mi chiedo quando il cosiddetto Ordine dei giornalisti vorrà prenderne atto; quando gli editori ed i direttori continueranno a comportarsi come ieri, con rare eccezioni.
Nelle pagine napoletane di "Repubblica", oggi, ma anche nei giorni scorsi, ne abbiamo un esempio.
Io non so se si tratta di un venduto, di un guappo che ha bisogno di ostentare i suoi muscoli o i suoi stiletti, di un addetto alla disinformazione al servizio di questo o di quello.
"Repubblica" afferma che la mia candidatura, io stesso, i cinquanta intellettuali e democratici napoletani che auspicano il mio impegno, in particolare Pironti, i Bennato, ci ritroviamo tutti "a destra". Il che, di per sé, non è certo un insulto.
Solo che non è vero, è falso; ed è testimonianza di volontà e di opera di disinformazione, dei metodi teppistici e gesuitici con i quali si fa lotta di fazione di camorra in questa città. "Repubblica" deve fare le sue scuse, subito, a tutti coloro che hanno dichiarato di sostenermi, che si sono assunti una responsabilità civile in modo che li onora. E, intanto, ci metteremo all'opera per un "libro bianco" sul comportamento della stampa napoletana: anche in difesa dei non pochi capaci ed onesti, che hanno il merito di agire contro corrente, pagando non di rado lo scotto delle loro capacità e della loro rettitudine".