E io rivendico il diritto di utilizzare i termini che linguisticamente e semanticamente mi sembrano i più adeguati a rendere e comunicare quel che penso. Se una persona esprime opinioni che mi sembrano di merda, io lo dico; un gesuita no. Poi, certo, c'è quello cui dà fastidio la parolina poco correttina e pulitina. Ma il problema non è mio. Il linguaggio è una cosa seria, e io ne rispetto i meccanismi e le regole. E senza ipocrisie.

Ma il vero problema è nella inintelligenza, aintelligenza di alcune o troppe cose lette qui. Proprio un difetto di intelligenza. Di capacità di comprensione. In una prola di conformismo. Semplice conformismo povero, misero. da coattelli di periferia, da fascistelli di bassa lega, da poveretti di spirito e di tutto. Basta così. Il mezzo telematico permette di mentenere in memoria le parole e la parola. e chiunque può andare a rivedere, a rileggere. E certo ci sarà chi, rileggendo, non potrà che vergognarsi.

Sul lessico, torno a dire che sarebbe consigliabile guardare al linguaggio con un po' più di attenzione. E con un po' di attrezzatura intellettuale e culturale, con un po' meno di luoghi comuni, e di banali

PER ANGIOLO BANDINELLI.

Non ho letto il testo di oggi di Panebianco sul corsera. l'ho sentito per radio, letto da Cesaretti. Mi pare che Laura lo abbia letto tutto. Ma posso sbagliare.

Certo, dovrei rileggero, e sarebbe per questo bene che qualcuno lo digitasse qui....

ma da quanto ho sentito e capito per radio mi sembra che il Pezzo di Panebianco sia un buon pezzo. Un articolo anzi ottimo per molti versi. Un articolo con intelligenza. In cui angelo panebianco ha messo intelligenza e storia, anche la sua.

ma forse è solo una impressione, causata dal non avere letto il pezzo nero su bianco.