Roma, 2 Ottobre 1995
"Mi sembra che le proteste del retino di turno, assetato di legalità e di giustizia, cui si aggiunge l'altro libertario del verde cementificato napoletano, ovvero Mister Manette, siano pertinentissime con la "par condicio".
L'interpretazione da loro data della legge della "par conditio" è effettivamente illuminante della loro concezione progressista e democratica. La sottolineo anche al Presidente Scalfaro.
Poiché sono candidato per le elezioni del 22 Ottobre nel collegio di Chiaia, Vomero, Posillipo, io dovrei sospendere ogni altra forma di presenza e di attività politica, non partecipare all'essenza stessa della vita nazionale, il contraddittorio, non concedere interviste, se non assieme agli altri candidati nel collegio.
D'accordo: inviterò gli altri cinque candidati a unirsi ai miei interventi nonviolenti, a spacciare droga, a fare digiuno della fame e della sete, a occuparsi un po' di vita civile e politica, ad avere la mai età, le mie responsabilità, le mie idee (in mancanza di meglio, naturalmente) oltre a continuare con le mie lotte politiche, elettorali, civili, ambientaliste, anticamorriste, antiestablishment napoletano e nazionale, essendo loro stati candidati lì dove io mi sono candidato.
O, in alternativa, a fare politica senza che la gente possa esserne informata; sogno da sempre di pseudogiacobini e moralisti d'accatto, e di aspiranti falliti a tribuni della plebe, trasformatisi alla prima occasioni in domestici zeloti del Palazzo.
Un tempo non c'era bisogno di tali grotteschi zeloti per aver imposto il bavaglio. E' già una fortuna che oggi sia così, Poiché ogni altro si vergognerebbe.
Per finire: D'Alema aveva proposto a Prodi di candidarsi alle suppletive di Napoli, anche lui. Per liberarne l'Italia, l'Ulivo e il Polo?"