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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Paolo - 2 ottobre 1995
Comprendo
il povero Roberto e le sue preoccupazioni, dalle quali proviene la scompostezza del suo definire smarrimento della ragione ciò che egli sa benissimo essere tutt'altro (la scompostezza di Roberto non risulta dal suo composto scrivere formale, naturalmente......). Comprendo la necessità di Roberto di non discriminare il cerchio rispetto alla botte, e viceversa.

Alle stesse cautele di Cicciomessere deve anche ricondursi il suo definire insulti e nefandezze non ragionate e isteriche parole pronunciate invece in piena calma e compostezza. Dubito che una persona della intelligenza di Roberto possa individuare il limite tra il civile e l'incivile lì dove questo non è posto che dai luoghi comuni.

Rivendico la calma e premeditata volontà in ciascuna delle mie parole. Dalla prima all'ultima. Mi fa sorridere il fatto che ci si scandalizzi nel leggere parole come merda e stronzo, in un modo che fa apparire certo che le stesse persone non avrebbero nulla da ridire se si usassero invece parole come feci e concio. O guano. Roberto: se uno dà del lanciatore di merda a qualcuno non può che avere il sangue agli occhi; se un altro dice lanciatore di guano, invece, è calmo, serio, ineccepibile. E infatti per me lo è.

Mi si consenta un esempio, evocando un evento di quasi tre lustri fa. Non è proprio calzantissimo, forse, ma roberto potrebbe magari rifletterci.

Non è civile, non è urbano, non è rispettoso dei limiti della ragione non smarrita camminare sui tavoli. E tanto più è indice di ragione smarrita camminare sui banchi parlamentari. Eppure, almeno una volta i banchi di Montecitorio hanno conosciuto le suole delle scarpe di Cicciomessere. Io non credo che quella volta egli avesse smarrito la ragione. A meno che egli, Roberto, mi smentisca. Sono certo da lustri che il suo balzare sui banchi parlamentari fu in quella occasione scelta derivata da tutt'altro che da smarrimento della ragione. Ma potrei essermi sbagliato.

Certo della totale liceità del mio frasario, di tutto quanto ho scritto qui, avevo invitato Schneider a querelarmi per diffamazione. Non lo ha fatto, e ha spiegato perché. Ora trovo qui in conferenza che il medesimo Schneider avrebbe dichiarato diffamatorie le mie e altrui parole. Egli scrive testualmente a Cicciomessere che le mie e altrui parole configurano una diffamazione perseguibile penalmente. Il dire questo in un testo privatamente destinato a Cicciomessere già di per sé configura il delitto di calunnia. Il fatto che il testo in questione sia stato trasposto in una sede pubblica aggrava la fattispecie penale.

Questo per essere chiari sul punto della legalità e della legittimità dei comportamenti. Il linguaggio detto volgare non si può; il reato di calunnia, purché non condito da parole colorite, nemmeno viene notato; almeno dal direttore. Non so se Roberto mi fornirà dei dati anagrafici di colui che, accusandomi di atti illeciti e perseguibili penalmente, mi ha calunniato in una lettera privata a lui destinata e poi resa pubblica.

A proposito di quanto poi detto da alcuni - non solo Cicciomessere - secondo cui quanto scritto da me e da altri qui di recente denoterebbe assenza di altri argomenti, va detto che il Signor de Lapalisse non muore mai. Infatti, non c'è alcun dubbio che nei testi incriminati non sono stati espressi gli argomenti e le argomentazioni che non vi compaiono.

E' infine buona norma, in generale, non limitarsi a leggere i titoli dei libri, e superare il frontespizio; non soltanto per quanto riguarda i libri di Pasolini.

Ciao

Paolo

 
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