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Conferenza Movimento club Pannella
Francia Giorgio Giulio - 4 ottobre 1995
Panebiancoieri
Giusto il commento di Dora Pezzilli, ma rimane il punto sollevato

nell'articolo di Panebianco. Cioè, la critica a Panebianco potrebbe

essere anche più utile a tutti confrontando l'articolo in questione

con un altro articolo di Panebianco del 1979 ( Argomenti Radicali III,

14, Nov 79 - Gen 80) che Giorgio Inzani mi ha sottoposto recentemente.

L'articolo del 79 era una difesa della leadership carismatica.

La critica di Panebianco di ieri al Panebianco di oggi era basata sulla

denuncia di "routinizzazione del carisma" (espressione di Panebianco)

risultante da una formalizzazione di una struttura di partito di massa

(che contestatori di Pannella al Congresso di Genova del PR pare

sostenessero). La lettura dell'articolo (del 79) sarebbe indispensabile

al fine di una critica alla evoluzione del Panebiancopensiero, ma rimane

tuttavia, killeraggio o no, il punto sollevato nell'editoriale del Corriere,

e che è una questione ricorrente e pertanto da ritenersi irrisolta (Stanzani

dice irrisolta questione del rapporto tra i militanti e Marco): cioè il fatto

che Marco Pannella non ha voluto, non ha creduto, non ha saputo, non ha potuto,

unicuique suum, costruire un partito di massa, qualunque cosa si intenda

con questa espressione. E che noi non habbiamo creduto, voluto, saputo,

potuto contrastarlo, pur avendo numerose occasioni per farlo.

Se fossimo un movimento stimato per la nostra integrità intellettuale,

ammirato per la sua capacità di fare così tanta politica con così pochi mezzi,

invidiato per la sua tradizione, amato per il suo coraggio (nello sfondo le

note del Requiem di Mozart squillano solenni), bè allora andrebbe anche

bene, forse.

Io non so voi, ma a me mi guardano tutti come un babbeo, tipo sguardo a metà

tra lo sprezzante e l'ignorante. Deve essere un mio limite personale, ma io

l'angoscia ce la ho, l'angoscia che sia tutto tempo sprecato, che dopo

morti nessuno saprà nulla di noi, visto che aborto e divorzio già

oggi sono storicamente ritenute il risultato dell'impegno indefesso dell'Unione

Donne Italiane, la Rossanda, la Jotti compagna del Migliore, ed altre

eroiche figure della futura mitologia dei prodi progressisti.

E per quello che riguarda il nostro mancato coinvolgimento nell'inchiesta

mani pulite, come dicevo, poveretti, non erano neanche capaci di mantenersi.

Non ho mai creduto al carisma di Pannella, ho creduto e credo alla sua

incapacità di non essere sensibile agli argomenti logici e ragionevoli: tra

questi il fatto sempre più apparente che non solo i prodi progressisti, ma

anche il polo, sono più preoccupati di accomodarsi all'esistente piuttosto

che riformarlo. Che conseguentemente qualcuno dovrà fare quache cosa di

politicamente ragionevole al riguardo. Quel qualcuno siamo noi, e la

ragionevolezza sarà là a chiederci di convincercci di fare quello che non

habbiamo voluto, creduto , potuto, saputo fare. Altrimenti chi gestirà la

campagna elettorale di venti referendum, chi impedirà che diventino patrimonio

di altri (mica per il copyright, è che di solito gli altri se ne impadroniscono

per svuotali di significato, p. es. Segni) chi farà concretamente qualcosa per

la nostra amata patria (alias paese di emme)??

--- MMMR v4.00reg

 
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