Giusto il commento di Dora Pezzilli, ma rimane il punto sollevatonell'articolo di Panebianco. Cioè, la critica a Panebianco potrebbe
essere anche più utile a tutti confrontando l'articolo in questione
con un altro articolo di Panebianco del 1979 ( Argomenti Radicali III,
14, Nov 79 - Gen 80) che Giorgio Inzani mi ha sottoposto recentemente.
L'articolo del 79 era una difesa della leadership carismatica.
La critica di Panebianco di ieri al Panebianco di oggi era basata sulla
denuncia di "routinizzazione del carisma" (espressione di Panebianco)
risultante da una formalizzazione di una struttura di partito di massa
(che contestatori di Pannella al Congresso di Genova del PR pare
sostenessero). La lettura dell'articolo (del 79) sarebbe indispensabile
al fine di una critica alla evoluzione del Panebiancopensiero, ma rimane
tuttavia, killeraggio o no, il punto sollevato nell'editoriale del Corriere,
e che è una questione ricorrente e pertanto da ritenersi irrisolta (Stanzani
dice irrisolta questione del rapporto tra i militanti e Marco): cioè il fatto
che Marco Pannella non ha voluto, non ha creduto, non ha saputo, non ha potuto,
unicuique suum, costruire un partito di massa, qualunque cosa si intenda
con questa espressione. E che noi non habbiamo creduto, voluto, saputo,
potuto contrastarlo, pur avendo numerose occasioni per farlo.
Se fossimo un movimento stimato per la nostra integrità intellettuale,
ammirato per la sua capacità di fare così tanta politica con così pochi mezzi,
invidiato per la sua tradizione, amato per il suo coraggio (nello sfondo le
note del Requiem di Mozart squillano solenni), bè allora andrebbe anche
bene, forse.
Io non so voi, ma a me mi guardano tutti come un babbeo, tipo sguardo a metà
tra lo sprezzante e l'ignorante. Deve essere un mio limite personale, ma io
l'angoscia ce la ho, l'angoscia che sia tutto tempo sprecato, che dopo
morti nessuno saprà nulla di noi, visto che aborto e divorzio già
oggi sono storicamente ritenute il risultato dell'impegno indefesso dell'Unione
Donne Italiane, la Rossanda, la Jotti compagna del Migliore, ed altre
eroiche figure della futura mitologia dei prodi progressisti.
E per quello che riguarda il nostro mancato coinvolgimento nell'inchiesta
mani pulite, come dicevo, poveretti, non erano neanche capaci di mantenersi.
Non ho mai creduto al carisma di Pannella, ho creduto e credo alla sua
incapacità di non essere sensibile agli argomenti logici e ragionevoli: tra
questi il fatto sempre più apparente che non solo i prodi progressisti, ma
anche il polo, sono più preoccupati di accomodarsi all'esistente piuttosto
che riformarlo. Che conseguentemente qualcuno dovrà fare quache cosa di
politicamente ragionevole al riguardo. Quel qualcuno siamo noi, e la
ragionevolezza sarà là a chiederci di convincercci di fare quello che non
habbiamo voluto, creduto , potuto, saputo fare. Altrimenti chi gestirà la
campagna elettorale di venti referendum, chi impedirà che diventino patrimonio
di altri (mica per il copyright, è che di solito gli altri se ne impadroniscono
per svuotali di significato, p. es. Segni) chi farà concretamente qualcosa per
la nostra amata patria (alias paese di emme)??
--- MMMR v4.00reg