Roma, 4 ottobre 1995
L'APOLOGIA DI ANDREOTTI DA PARTE DI DINI, SE FOSSE VENUTA DA BERLUSCONI O UN TEMPO DA GIULIANO AMATO, AVREBBE INDOTTO I "DEMOCRATICI" A SCATENARE LA PIAZZA E IL LINCIAGGIO.
COMUNQUE I LIBERALI E DEMOCRATICI, A COMINCIARE DA BERLUSCONI, VOTINO CONTRO LA FINANZIARIA E CONTRO IL GOVERNO, CON CONVINZIONE, SE ALMENO QUALCUNA GLIE NE RESTA.
"Nel momento in cui il Presidente Dini stabilisce la incommensurabile distanza fra un "traghettatore" di un momento, e Giulio Andreotti, perchè questi è il "grande uomo di Stato che ha servito l'Italia durante quaranta anni" conferma l'estraneità al dettato costituzionale, mortifica e svilisce non certo la sua personale dignità ma quella di una funzione, e di chi gliela conferisce.
Dini, comunque, lo comprendo. Ma trovo doloroso che la sua maggioranza non si vergogni un poco almeno di sé e del suo cinico, disperato trasformismo, senz'anima e violentemente privo di senso dello Stato e liberale.
Ciò detto, il Movimento dei Club Pannella - Riformatori invita tutti i parlamentari liberali e democratici a tagliar corto con suicidi opportunismi e tentennamenti democristianoidi. A cominciare da Silvio Berlusconi votino contro la finanziaria, contro il Governo, con e per convinzioni. Se glie ne restano, come malgrado tutto continuo a sperare."