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Conferenza Movimento club Pannella
Francia Giorgio Giulio - 7 ottobre 1995
MARXFASCISTA
Caro Compagno Schneider

In Italiano le parole straniere non vengono pluralizzate:

così si dice "i referendum" al contrario dell'inglese in cui si usa il plurale

latino tra i colti, o si aggiunge una s tra gli incolti, entrambe le forme

essendo giuste. Tutto ciò se uno accetta di riconoscersi nelle regole

dettate dai dizionari che potrai controllare, altrimenti naturalmente tu

puoi continuare a dire referenda che non credo freghi niente a nessuno. Io,

per esempio, scrivo sempre habbiamo perchè trovo ingiusto che si usi lacca

quattro volte su sei, e due volte no. Questo perchè sono un egualitario, e

il mio "progetto politico" prevale su mere considerazioni grammaticali. Aggiungo

peraltro che sono confortato dalla linguistica di Noam Chomsky, cioè

dalla teoria della G.U., oltrechè da considerazioni meramente latinistiche, su

cui tu mi pari ferrato: ho il sospetto che i latini aspirassero lacca, come gli

inglesi (e mi riferisco proprio al verbo havere), e credo che qualche ignorante

con molto potere habbia scritto uno svarione, cioè abbiamo senza acca, e ne

habbia fatto una regola grammaticale per impedire che gli altri si accorgessero

che era un asino, così va il mondo, caro compagno.

Questo ci porta alla reale motivazione di questa mia: come sai il compagno

Marx era poco interessato a come va il mondo, grammaticale, filosofico o

politico, era invece interessato a cambiarlo. Ora alcuni di noi ritengono

che questa volontà di cambiamento del mondo, particolarmente a cambiarlo

in meglio, sia stata nei fatti la fonte delle peggiori nefandezze fatte

dall'uomo contro l'uomo. Non fraintendiamoci: il mondo va cambiato, e non so

per esempio, pensare di una ragione migliore per il nostro partito, o per

questa conferenza, che non sia la spinta verso il cambiamento. Il problema è

chi decide quale cambiamento, in quale direzione, le priorità etcc. Molti di

noi ritengono che queste decisioni debbano essere prese in comune, con uno

spirito di rispetto reciproco, e che debba prevalere, dopo una critica ragionata,

l'opinione che appaia conforme alla logica e alla ragione dei più.

Altri ritengono che le decisioni politiche debbano essere prese in base alle

certezze assolute, alle fedi incrollabili, agli intimi convincimenti, alla

inoppugnabile evidenza tale apparente ai migliori e più nobili.

Questo modo di concepire il cambiamento e il suo motore, che nasce da Eraclito

e da Platone, e arriva a Hegel e Marx, noi lo chiamiamo totalitarismo, e non

facciamo distinzioni, in quel senso, tra fascismo e comunismo, o se vuoi tra

fascismo, comunismo e cattolicesimo. Credo questo intendesse il compagno che

dava del fascista a Marx. Quindi era un giudizio serio, mica come dare del

pirla a uno, o dello stronzo, che quello si può fare così senza pensarci, in

email poi sono pochi colpi leggeri di polapstrelli di dita

--- MMMR v4.00reg

 
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