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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Antonella - 7 ottobre 1995
IL GIORNALE - SABATO 30 SETTEMBRE 1995
pagina 9

I MEDICI CHIEDERANNO AL GIUDICE DI OBBLIGARE PANNELLA A CURARSI

Peggiorate le condizioni del leader riformatore che insiste nel suo digiuno di protesta

di Federico Guiglia

Roma - Sta male, non solo per il silenzio di Scalfaro ma per il lungo, e ormai doloroso digiuno. Marco Pannella rischia il blocco renale, eppure continua rifiutare anche le flebo dal letto dell'ospedale romano di San Giacomo, dove è stato ricoverato due giorni fa. Ieri sera le sue condizioni sono ulteriormente peggiorate. Il medico che lo segue ha chiesto in piena notte l'intervento del primario. Entrambi solleciteranno nelle prossime ore al magistrato il permesso per obbligare Pannella a sottoporsi a fleboclisi. Nel tardo pomeriggio il leader riformatore in risposta a un ecumenico appello a smettere la protesta nei confronti del Quirinale, aveva detto: "Con tutto il rispetto che devo all'antico collega per le sue battaglie in difesa dello Stato di diritto, onestà vuole che io dica a mia volta al presidente Scalfaro di smetterla lui di fingere quale sia il problema. Una manifesta, profonda ferita alla verità e alla conoscenza dell'opinione pubblica del Paese, è stata perpetrata con un insieme di azioni e di

omissioni di feroce e antica efficenza".

Pannella si riferisce alla diserzione dei mezzi di informazione, e salvo sporadiche eccezioni, continuano a tacere sulla mobilitazione referendaria promossa dai riformatori.

"Avevamo sperato - aveva aggiunto -, che esistesse un capo dello Stato garante delle norme esistenti. Abbiamo invece trovato che annunciava quelle future, il che non ci sembra sia suo compito necessario. Adesso - aveva concluso -, scaricare le responsabilità dell'accertamento a una commissione partitocratica e parlamentare (quella di Vigilanza sulla Rai, ndr.) come quella a cui Scalfaro allude, è pura ipocrisia. Se c'è ancora un Capo dello Stato, ci dica lui se c'è stata ferita alla verità e alla conoscenza e si impegni a non più permetterla dopo quarant'anni che sono regola, così come egli sa bene".

Dunque, il leader dei Riformatori non si accontenta dei generici richiami a rispettare "la par condicio" fatti dal Presidente della Repubblica a Napoli. Chiede, invece, una chiara e trasparente esternazione del Quirinale a tutela dei diritti di libertà e dei doveri di informazione. Significativamente, riparte, intanto, la raccolta di firme per venti referendum, compresi i diciotto in corso d'opera, ma di cui giornali e radio-televisioni hanno parlato pochissimo.

Nel pomeriggio, alcune ore prima dell'aggravamento delle condizioni di Pannella, il primario del reparto, Pier Michele Carrescia, aveva detto: "Non si fa curare, ma essendo super cosciente, non gli si può imporre alcuna cura. Non esiste una legge che obbliga i medici a curare i pazienti contro la loro volontà". Insomma, dieci giorni di sciopero della fame, di cui gli ultimi cinque anche della sete, ampiamente superati, ormai. Tanto che amici ed avversari temono seriamente per la vita di Pannella.

Più di 110 parlamentari di tutte le forze politiche hanno firmato un appello rivolto al Capo dello Stato per esprimere "piena solidarietà" al leader riformatore. Tra essi, Martino, Del Turco, Ripa di Meana, Ayala, Maceratini, Misserville, La Loggia, Tabladini, Manconi, Mattioli, Adornato, Fumagalli Carulli, Giulietti, Pagliarini, Ranieri, Spini e Signorelli.

Nelle stesse e sempre più drammatiche ore, l'ufficio di Presidenza della Commissione di Vigilanza deplora il comportamento della Rai e sollecita un'informazione corretta e completa sui referendum.

 
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