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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Antonella - 7 ottobre 1995
LA REPUBBLICA - LUNEDI' 2 OTTOBRE 1995
pagina 6

PANNELLA SUPERSTAR NEL SALOTTO DI MARA

Il leader riformatore a "Domenica In": "Vengo solo quando digiuno"

Roma - "Posso, un secondo? Ti do il mio numero di telefono, sperando che lo usi" dice Marco Pannella mentre armeggia per attaccare al vestito di Mara Venier una spilla con tanto di cifre telefoniche. Bacia Mara che lo abbraccia e gli risponde: "Per invitarti a cena, così mangi un pochettino". Applauso del pubblico in sala. Il leader dei riformatori irrompe così a Domenica In, subito dopo che Massimo Modugno ha finito di cantare "Amara terra mia"; una canzone del padre Mimmo che delle battaglie radicali aveva fatto una ragione di vita. E il leader riformatore saluta calorosamente Massimo.

E' in buone condizioni Marco Pannella, che si presenta vestito di blu, camicia bianca, cravatta dai molti colori, ma sobria. Ci tiene a spiegare che loro, radicali o riformatori, quando scioperano si fanno la barba due volte al girono e cercano di essere sempre presentabili. Continua lo sciopero della fame, ma ha ripreso a bere e ha riacquistato il suo proverbiale eloquio torrenziale. La Venier si sente obbligata a spiegare la sua presenza, in un momento di massimo ascolto, poco prima del Tg1 delle 18, quello che precede "Novantesimo minuto". "Credo che Domenica In sia la trasmissione giusta per discutere anche argomenti che qualcuno può definire ostici, ma io credo che il pubblico di Domenica In sia un pubblico intelligente, che può anche seguire le discussioni, dibattiti, informazione politica. Magari fatta in maniera diversa".

La bionda presentatrice fa fatica a intervistare, fa fatica a contenere l'eloquenza di Pannella, tutto preso, più che a rispondere alle domande, a pensare al tempo che scorre e alle tante cose che vorrebbe dire agli ascoltatori. Alla fine ne esce quasi un monologo dai toni suadenti, diretto a un pubblico considerato, di solito, non così interessato ai problemi della politica. Un po' di "captatio benevolentiae" non guasta e Pannella usa "toni morbidi": "La gente, il popolo capisce moltissimo ed è per questo che in dieci anni sono venuto tre volte, perché anche gli altri sanno che la gente capisce. Sono venuto tre volte e tutte le volte ero in digiuno, se no non sarei mai venuto".

Parla Pannella, parla come al solito di divorzio e di aborto, di lotte passate e battaglie presenti. Adesso quello che gli preme far sapere è che ci sono i suoi referendum, soprattutto quelli che vogliono abolire la quota proporzionale per la Camera e il Senato e dare così ad un sistema il più possibile simile a quello americano. E annuncia la fondazione della "lega per il bipartitismo", per favorire un sistema dove si confrontino quelli che lui chiama conservatori e progressisti. E intanto fa anche da regista, chiedendo che le telecamere vadano sul suo gadget con il numero telefonico, attaccato al bavero della giacca e che la voce resti fuori campo. Abile anche in questo il leader riformatore che conta i minuti che gli restano e li usa per attaccare il presidente della Repubblica, che sarebbe diventato un "leader politico", e per denunciare la par condicio che, a suo modo di vedere, avrebbe distrutto la libertà di espressione.

 
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