PROSEGUE LO SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE DI PANNELLA. i MEDICI GLI CHIEDONO DI FERMARSI MA LUI VUOLE UNA PRESA DI POSIZIONE DEL PRESIDENTE SCALFARO
MARCO PERDE UN CHILO A REFERENDUM
di Francesco Bei
Dopo otto giorni di sciopero della fame e sessantasette ore di sciopero della sete, Pannella sta male. Ha perso 13 chili, la bocca è impastata e fa impressione ascoltare quel torrente di parole ridotto ad un rigagnolo. L'équipe medica che lo segue gli ha chiesto di sospendere "immediatamente" lo sciopero della sete, perché ogni volta è peggio e questa volta rischia un blocco renale. Ma lui, come un vecchio bambino, sembra non curarsene e affida la sua sorte alla risposta di Scalfaro: "Deve riparare alla totale assenza di informazione sui referendum. Il Presidente ha detto che ferire la verità è come ferire un uomo. Ma ormai qui siamo al crimine di Stato. E Scalfaro, che parla di tutto tutti i giorni, non può non interrompere la flagranza di questo crimine".
Molti lo stanno cercando in questi giorni, ieri lo è andato a visitare il sindaco di Roma Rutelli, e a tutti Pannella ripete che questa volta non torna indietro: "Alla Rai, alla Fininvest non c'è stato che un solo minuto di dibattito sui referendum. E pensare che sono bastati quattro spot sulla Fininvest per mandare ai tavoli di raccolta firme migliaia di persone. Maurizio Costanzo non ha fatto niente, come quella volta che mi invitò ad un dibattito sulla droga e Craxi si incazzò tanto che lui non mi chiamò più per sette mesi". Rannicchiato sulla poltrona di velluto con le gambe sui braccioli, così dimagrito Pannella sembra piccolissimo. Tra una parola e l'altra c'è un silenzio inusitato, la voce è flebile, ma Pannella è quello di sempre: c'è l'ha con tutti. Con le segreterie comunali anzitutto, "che avrebbero dovuto raccogliere le firme sui 18 referendum ci hanno boicottato, sono state del tutto inesistenti nonostante tre circolari del ministro dell'Interno". Con il servizio postale, "che con i suoi ritard
i assurdi impedirà l'arrivo a Roma in tempo utile di migliaia di firme valide". I diciotto referendum languono a quota 250 mila firme (ne occorrono più del doppio), mancano solo due giorni alla chiusura della raccolta e Pannella pensa già alle prossime mosse: "L'ipotesi è quella di ripartire subito con un'altra campagna. Stavolta però i referendum saranno 20".
Gli chiediamo di Scalfaro e dell'incontro al Colle avuto due giorni fa:, "Sono stati 40 minuti di incontro appassionato. Io ho fatto un'arringa molto intensa, molto grave e molto franca a sostegno della mia tesi. Non gli ho dato modo di rispondere, perché attendo una risposta pubblica. Adesso vediamo quali sono le conseguenze. Con Scalfaro è in corso un braccio di ferro per la verità". Voglia di autodistruggersi? Desiderio di attirare l'attenzione? Pannella se la ride: "Anni fa sarei stato capacissimo anch'io di mettere su un gruppo armato. E l'avrei pure fatto, ma non ci credo, non credo sia utile. E allora ho scelto la non violenza. Che significa rischiare la vita, la propria, e non la morte". La parola allora è a Scalfaro, con l'avviso che "se tace fino alla fine, il suo silenzio equivarrà a complicità".
Pannella c'è l'ha anche con i giornali, con il Corriere della sera, che "è un mese che non scrive una riga sulle mie iniziative". Ma anche con tutti gli altri: "E' una notizia o non che il leghista Speroni ha firmato tutti e 18 referendum? E' una notizia che la Confaagricoltura ha appoggiato il referendum sulla caccia, insieme al WWF? Ma di tutto questo nessuno ha mai scritto o detto niente". Pannella è stanco. tra poco uscirà di casa per partecipare ad un'assemblea dei suoi club
sugli ultimi giorni della campagna referendaria. L'ultimo pensiero va a Pasolini: "Nel '75, un mese prima della morte, scrisse un articolo sul mio digiuno e sul silenzio della Rai sui referendum. Dieci anni e non è cambiato niente".