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NIENTE OSCAR PER MARCO

Scalfaro:"La verità non si impone". Nessuna par condicio per "Radio Radicale".

articolo di Itti Drioli, pag.6

NAPOLI - Lo inseguono tappa su tappa e sembra un gioco a rimpiattino. Lui è al Maschio Angioino e loro sono là: bavaglio sulla bocca, ma non così stretto da non poter gridare: "Verità, verità". Lui si sposta a San Gregorio Armeno e rieccoli: cartelli a mo' di sandwich, con lettere maiuscole che urlano: "la verità è nei fatti". Lui esce dalla chiesa di Santa Chiara e quelli, inesorabili: "la verità non è in ricatto". Scalfaro li guarda, sorride, saluta con la mano. E sale in macchina. Così per tutta la mattina. Ah Pannella pannella, "caro amico" guastatore. La giornata che il Presidente voleva riservare solo all'arte e alla cultura è scandita dagli slogans dei fedelissimi di Marco, ruggente in ospedale. Non gli è bastato l'intervento che Scalfaro ha voluto fare apposta per lui la sera prima, e ora i suoi seguaci, una ventina o poco più, rimbalzano in ogni angolo del centro storico per incalzare il Capo dello Stato, in nome della "verità ferita". Scalfaro sta zitto, non si lascia provocare, ma invia una lezio

ncina. Valida per tutti ovviamente, forse un po' di più per questi fans e il loro guru: "la verità non la si impone. La verità non aggredisce". E' un passaggio del discorso che fa nel corridoio del Maschio Angioino, per commemorare con Bassolino, Napolitano, Casavola, il 53· anniversario delle Quattro giornate di Napoli. "La verità si interseca con la caritas..." E ad altri che gli sventolano uno striscione con la scritta: "Libertà per Silvia Baraldini", replica immediatamente: "Mi sono già interessato, e ad ogni modo quel tema è stato seguito come di dovere". Una persecuzione, questi striscioni. Specie per l'entourage che vorrebbe tutto perfetto, senza sbavature. Gli uomini del Quirinale guardano costernati gli operatori delle Tv che implacabili riprendono gli uomini sandwich. Assistono impotenti alla grana che pianta il cronista di radio radicale, quando si vede sbattere sul naso la porta della chiesa di Santa Chiara. Eccolo protestare, via etere: "Perché alcuni entrano ed altri no?" E invocare al microfo

no:"Par condicio, par condicio!". Per fortuna che ci sono le suorine a consolare Scalfaro e Marianna. E che ci sono gli scolari, e i vecchietti, e le donne con la borsa della spesa: tutti ad applaudire il presidente e l'elegante figlia appena sbucano da un angolo della strada. Anche per il loro sindaco, che segue gli ospiti passo a passo, i napoletani mostrano grande simpatia: almeno quanta ne esprimono per Scalfaro. E Bassolino gongola, ma a questo è abituato: ancora più lo appaga invece, l'elogio che il Capo dello Stato gli riserva. Platealmente, davanti a scolari e giornalisti: "Caro sindaco ti devo dire grazie per questa resurrezione di Napoli, grazie Napoli per questa splendida spinta di ripresa e di impegno...". Oggi Bassolino riunisce tutti i primi cittadini del Mezzogiorno per protestare contro la Finanziaria che scalfaro invece loda. Ma il Presidente non la vive come una contraddizione: il sindaco piddiessino ha dato impulso alla cultura e "la politica - ripete - è cultura o non è". Pazienza per Lu

ciano De Crescenzo, che se non è un politico, vorrebbe almeno passare per un uomo colto. Non è stato considerato né l'uno né l'altro, ma "solo" uomo di spettacolo. E il soprintendente ai Beni culturali lo ha perciò escluso dal corteo dei vip che giovedì ha accompagnato Scalfaro a Capodimonte. Lo scrittore l'ha presa male, ma con huomur: "Fortuna che il soprintendente non ha potestà sui cimiteri, altrimenti potrei finire in terra sconsacrata"

 
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