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Conferenza Movimento club Pannella
Depetro Alessandro - 17 ottobre 1995
Digiuno delle categorie

Paradossale e di cattivo gusto la lettura fatta oggi in radio da

Raffaella Fiori e Rita Bernardini dei nomi e delle professioni, oltre

all'età, di coloro che aderiscono al digiuno, a questo punto di dubbia

valenza nonviolenta, bensì categoriale. La cosa ancor più ridicola è

quella di vedere nascere nuove professioni come quella del

"consigliere di circoscrizione", quando invece si tratta di un medico

o magari di un commercialista o ancor meglio di un disoccupato. Così

non si da valenza politica al digiuno di queste persone e neppure si

può pensare, in questo modo, di dare maggiore visibilità

all'iniziativa. Mi pare evidente che nel momento in cui ci si accinge

a compiere una forma di lotta politica, ciò che conta, non è l'età di

una persona, ne tantomeno la professione che questa svolge,

soprattutto per l'interlocutore a cui si rivolge l'iniziativa. Mi

rendo conto che è prassi ormai comune in uno stato di polizia dove si

è tutti in "libertà provvisoria", schedare le persone per qualità

spurie, rilevanti per un database elettronico, ma poco meritori per la

valenza che l'azione di digiuno dovrebbe avere.

La grandezza del fascismo si vede proprio nel fatto che ancora oggi

l'identità dei cittadini è valutata sulla base delle categorie

sociali, come se gli individui non avessero uguali diritti in quanto

cittadini ma avessero più o meno diritti e riconoscibilità a seconda

delle loro professioni. Il digiuno politico, a mio avviso, dovrebbe

prescindere da questi archetipi di antica memoria, in quanto esso

dovrebbe unire nella lotta politica e non consentire distinzioni fatte

con viltà per mettere vestitini categoriali che nell'ascoltatore della

radio generano riflessi discriminatori. Non aderisco a questa

iniziativa poichè intellettualmente il digiuno, mio malgrado, è

gestito dai responsabili in modo violento attraverso le informazioni

che vengono date, togliendo il ruolo prevalentemente politico dei

digiunatori per sostituirlo con quello della categoria; mi dispiace.

P.S. Si potrebbe immaginare un disabile che nel digiuno viene

espropriato della propria valenza politica, definendolo pensionato in

quanto entra a far parte della categoria "handicappato". Ribellarsi a

tutto questo significa considerare se medesimi protagonisti del

proprio digiuno rifiutando le etichette violente che ti definiscono

"oltre" alla azione nonviolenta in se e che generalmente limitano la

propria identità di nonviolento all'interno di un'azione politica.

 
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