Le dichiarazioni di Benedetto sulla vendita di parte dell'ENI, e lasusseguente discussione in questa sede, mi inducono a credere, per ragioni che
cercherò di spiegare, che il punto più eclatante della questione non sia che
fine fanno i soldi della vendita, se cioè in bilancio corrente o a pagamento
del debito, quanto piuttosto che fine fà la parte dell'ENI venduta, ovvero chi
la compera.
Da più di un anno negli ambienti finanziari si da per scontato che il punto
di non ritorno nell'economia italiana sia già stato superato. Da più di un
anno io sono in attesa del BUM. Avendo chiesto ripetutamente a "esperti" di
economia perchè mai, se il punto di non ritorno è stato già oltrepassato, perchè
mai non ci fosse il BUM, da più di un anno mi si risponde che è perchè i gruppi
che contano si devono prima mettere a posto, e poi ci sarà il BUM. Il BUM
comprende contestualmente il congelamento del debito, l'inflazione galoppante,
la svalutazione, disoccupazione di massa, recessione, diminuzione generalizzata
del tenore di vita. Su questi effetti devastanti della bancarotta dello stato
noi abbiamo impostato le nostre scelte negli ultimi tre anni: liberismo, drastica
riduzione della spesa pubblica, assegno per i disoccupati, lento rientro del
debito. Mi scuso per il sincretismo ma altro mi importa chiarire. Essendo
i "gruppi che contano" ridotti ormai alla consociata LAMBS&DOGHOUSE LTD. è da
chiedersi cosa stiano facendo per "mettersi a posto" prima che la situazione
economica deflagri nel senso suesposto. La denuncia di Benedetto mi dà una
probabile risposta: LAMBS&DOGHOUSE (LTD.) approfittano della inevitabile
bancarotta dello stato per acquistare a prezzi di svendita tutto ciò che resta
di valore nelle mani dello stato. In altre parole alla domamda quando ci sarà
il BUM adesso intravedo una risposta: quando le privatizzazioni saranno in
buona parte effettuate, dove privatizzazione è sinonimo, e solamente sinonimo,
di acquistoa da parte di LAMBS&DOGHOUSE (LTD.).
In questa prospettiva si capisce la funzione e la durata del governo Dini,
l'accordo tra LAMBS&DOGHOUSE (LTD.) e il PDS. Il più grosso concentramento
finanziario e industriale della storia d'Italia si prepara ai tempi bui
incombenti mettendo le mani su tutto quello che può e accordandosi con chi con
tutta probabilità si troverà a gestire l'inevitabile rivolta sociale. Mentre
rifondazione Comunista sembra non curarsi del disastro incombente, cullandosi
colle cifre dei depositi bancari privati con i quali loro intendono che
sarà pagato il debito pubblico, nella illusione che tanto i borghesi non
scenderanno mai in piazza, meno chiaro è il calcolo del PDS. La dirigenza
pidiessina avrà le stesse informazioni che tutti hanno. A parte la genetica
del tanto peggio tanto meglio che, ancorchè rimossa, Freud insegna che
dalla rimozione acquista forza determinante nell'agire, cosa razionalmente
li spinge ad accettare come inevitabile il disastro, a non essere appunto
che il disastro si è già verificato, che ciò che vediamo sotto i nostri
occhi è solo organizzazione e coordinamento della menzogna per guadagnare il
tempo necessario. Ma mentre il guadagno di tempo è necessario per la LAMS&DOGHOUSE
non si capisce cosa i compagni del PDS hanno da guadagnare a fare la loro
parte nella organizzazione e coordinamento della menzogna suddetta.
Io spero francamente che l'analisi descritta sia smentita dai fatti,
altrimenti le cose sono ancora più vomitevoli da quello che appaiono.
E per quanto ci riguarda, la questione con quali forze contrastiamo quanto
si stà verificando si fà ancora più assillante.
--- MMMR v4.00reg