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Conferenza Movimento club Pannella
Depetro Alessandro - 18 ottobre 1995
Eni.

Nell'articolo precedente R.F.Levi da un giudizio non del tutto

negativo della strada intrapresa dallo Stato in merito alle

privatizzazioni, già con il governo Ciampi.

Sarà perchè a me le cose troppo facili che, in questo caso, si

risolverebbero con la bacchetta magica del liberismo, non sono mai

piaciute ma personalemente questa iniziativa del Movimento dei Club

Pannella sulla Golden Share dà molto da pensare. Mi pare abbia

ragione il ministro Clò, articolo precedente a quello sopra citato,

quando afferma che deregolamentare e promuovere una liberalizzazione

vera è una operazione complessa che non si può fare con una sola

mossa, con una sola legge. Sono in gioco, in fondo, gli interessi di

tutti i cittadini italiani. E ascoltando oggi Benedetto Dellavedova

alla radio mi ha chiarito, si, alcuni aspetti sulla vicenda Eni che

andrebbero attentamente considerati ma mi ha oltremodo preoccupato

quando ha affermato che a privatizzazione conclusa (ovvero

l'immissione sul mercato del 100 per cento del capitale Eni), che mi

auguro possa avvenire nei termini più favorevoli per Stato ed economia

italiana, basterebbero alcune leggi per regolamentare, eventualmente,

la cosa. Quali leggi, a questo punto vi chiedo, dovrebbero approvare

in Parlamento i partiti, o qualora il referendum sulla G.S. venisse

vinto, le aziende di partito che approfitterebbero subito di una non

presenza, in fondo per un quarto dei rappresentanti in consiglio di

amministarzione, dello Stato per accaparrarsi diritti e privilegi in

quello che dovrebbe essere il libero mercato? Dall'intervista fatta a

Clò mi pare di scorgere alcune evidenti prese di posizione per

favorire comunque l'azionariato diffuso e il mercato nell'ambito delle

varie privatizzazioni. Penso, allora, che questa volta la presenza

dello Stato non debba essere vista in maniera così catastrofica e

rovinosa per l'economia del Paese. Si potrebbe trattare di una visione

socialista del problema, nella quale si tenta di tutelare ogni

cittadino, oppure di una deregulation liberista per salvare l'economia

della nazione nella quale, come al solito, chi pagherebbe di più

l'acqua calda sono le regioni più fredde a vantaggio di quelle più

calde. Non saprei, certo è che la logica dei profitti dettata da un

sistema misto in cui prevale di netta misura il privato potrebbe

avvantaggiare la moneta nello Sme, per poi ripercuotersi negativamente

sui risparmi e sui consumi dei cittadini. Credo che il referendum

sulla G.S. vada ad intaccare anche questo tipo di equilibrio molto

delicato e per questo mi riservo, non di firmarlo certo, ma di votare

eventualmenete contro.

a.d.

 
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