Nell'articolo precedente R.F.Levi da un giudizio non del tutto
negativo della strada intrapresa dallo Stato in merito alle
privatizzazioni, già con il governo Ciampi.
Sarà perchè a me le cose troppo facili che, in questo caso, si
risolverebbero con la bacchetta magica del liberismo, non sono mai
piaciute ma personalemente questa iniziativa del Movimento dei Club
Pannella sulla Golden Share dà molto da pensare. Mi pare abbia
ragione il ministro Clò, articolo precedente a quello sopra citato,
quando afferma che deregolamentare e promuovere una liberalizzazione
vera è una operazione complessa che non si può fare con una sola
mossa, con una sola legge. Sono in gioco, in fondo, gli interessi di
tutti i cittadini italiani. E ascoltando oggi Benedetto Dellavedova
alla radio mi ha chiarito, si, alcuni aspetti sulla vicenda Eni che
andrebbero attentamente considerati ma mi ha oltremodo preoccupato
quando ha affermato che a privatizzazione conclusa (ovvero
l'immissione sul mercato del 100 per cento del capitale Eni), che mi
auguro possa avvenire nei termini più favorevoli per Stato ed economia
italiana, basterebbero alcune leggi per regolamentare, eventualmente,
la cosa. Quali leggi, a questo punto vi chiedo, dovrebbero approvare
in Parlamento i partiti, o qualora il referendum sulla G.S. venisse
vinto, le aziende di partito che approfitterebbero subito di una non
presenza, in fondo per un quarto dei rappresentanti in consiglio di
amministarzione, dello Stato per accaparrarsi diritti e privilegi in
quello che dovrebbe essere il libero mercato? Dall'intervista fatta a
Clò mi pare di scorgere alcune evidenti prese di posizione per
favorire comunque l'azionariato diffuso e il mercato nell'ambito delle
varie privatizzazioni. Penso, allora, che questa volta la presenza
dello Stato non debba essere vista in maniera così catastrofica e
rovinosa per l'economia del Paese. Si potrebbe trattare di una visione
socialista del problema, nella quale si tenta di tutelare ogni
cittadino, oppure di una deregulation liberista per salvare l'economia
della nazione nella quale, come al solito, chi pagherebbe di più
l'acqua calda sono le regioni più fredde a vantaggio di quelle più
calde. Non saprei, certo è che la logica dei profitti dettata da un
sistema misto in cui prevale di netta misura il privato potrebbe
avvantaggiare la moneta nello Sme, per poi ripercuotersi negativamente
sui risparmi e sui consumi dei cittadini. Credo che il referendum
sulla G.S. vada ad intaccare anche questo tipo di equilibrio molto
delicato e per questo mi riservo, non di firmarlo certo, ma di votare
eventualmenete contro.
a.d.