PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
di Giovanni Negri
"Non è solo di Pannella, la sete alla quale il leader riformatore ha deciso di sottoporsi. E non è solo una sete di parte: è una sete che fa riflettere, non a caso rivolta a chi - come il presidente Scalfaro - dovrebbe essere garante di tutti, tutore di regole minime per tutti.
Si, siamo al paradosso. E' assai grave che nella cosiddetta seconda Repubblica, anche quando il peggio di ciò che Pannella ha combattuto sembra scomparso, persino nei confronti di un Capo dello Stato che proprio Pannella ha voluto e imposto a dispetto di oligarchie e apparati, la figura più rappresentativa di tante battaglie di verità e libertà sia costretto a scegliere un'arma così estrema per ottenere ciò che è semplicemente dovuto.
Chi ha un po' di dimestichezza con tali iniziative nonviolente sa bene che l'unico elemento folcloristico che la circonda è la rozza demenza che ha spesso accompagnato i rischi, veri, di vita, vera, scientemente corsi da Pannella in nome di un obiettivo perciò ritenuto vitale, in termini di democrazia.
Ma all'inquietudine per una sfida così pesante, se ne aggiunge un'altra che non riguarda il solo Pannella. E' vero: lo sciopero della fame e della sete mira a ottenere una concreta riparazione al danno patito da una campagna referendaria clandestina e logorata dalla superficiale disattenzione dei media, e sin dalla passata falcidia di referendum ad opera della Corte Costituzionale il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica avrebbe dovuto concretarsi in ben altro che nel nulla al quale abbiamo assistito.
Ma pur senza volergli imprestare nessun altra intenzione, ci pare che l'iniziativa di Pannella vada anche oltre, e finisca per diventare l'atto più di ogni altro capace di rappresentare la voglia di un Paese di por fine a una democrazia sospesa, anomala, fatta di non elezioni e di poteri oligarchici, di politici ibernati e di tecnici politicanti, di mezze parole, trucchi, finte promesse. Una situazione che alla lunga non può che farsi torbida, e che non a caso le antenne sensibili di Pannella vanno a rintuzzare, con l'occhio ben più rivolto alle condizioni generali della democrazia che al marginale interesse di bottega. Auguriamoci dunque che Scalfaro dia a Pannella ciò che è del popolo. Prima che sia troppo tardi, prima che la sete nonviolenta di Pannella diventi rabbia di tanti."