INTERVISTA ALL'EX RESPONSABILE DELLE POSTE
VIZZINI: I COLLEGHI MI CHIEDEVANO RACCOMANDAZIONI
di Gian Antonio Stella
"Lo facevano tutti. Tutti. Mi allungavano bigliettini da mettere inn tasca anche in Consiglio dei ministri" Anche in Consiglio dei ministri? Carlo Vizzini, il ministro delle Poste del settimo governo Andreotti coinvolto nell'inchiesta sui falsi invalidi, allarga le braccia perplesso per l'altrui stupore: "Embè? Certo, poteva capitare. Perchè, un collega non poteva chiedermi notizie sulla pratica di una persona?".
Ammetterà che è curioso: uno va a Palazzo Chigi a discutere del crollo della lira o della guerra in Jugoslavia e se ne va con le tasche piene di raccomandazioni?
"Ma quali tasche piene! Le tasche me le riempivano di suppliche i desperados della periferia che mi si aggrappavano alla giacca. Mica a Palazzo Chigi. Lì era questione di qualche biglietto... Io non li aprivo neanche. Li mettevo in tasca per passarli direttamente alla segreteria. E da quel momento me ne disinteressavo"
Ha poi scoperto se qualche collega ministro le tirò un pacco rifilandole un falso invalido?
"E come faccio a saperlo? Lei crede che chi mi segnalava un caso umano che riteneva meritevole di attenzione sapesse la verità su quella persona? Se io vengo da lei con un certificato falso a chiedere una raccomandazione che motivo ho, se proprio non sono scemo, di dirle che il mio certificato medico è falso?".
Il suo avvocato ha detto ieri che tra gli autori di queste raccomandazioni c'è anche un'alta carica istituzionale. Chi è?
"Io non ho fatto nomi"
C'è chi ha visto l'identikit di Scalfaro...
"No. Ripeto: io non ho fatto il nome di nessuno perchè non ho ancora parlato con nessuno. In un passaggio così delicato della vita politica, poi, sono intenzionato a non lasciarmi strumentalizzare. In ogni caso queste persone non hanno commesso alcun reato. Anzi, sa cosa farei al posto loro?"
Cosa?
"Mi alzerei e telefonerei ai giornali per dire: "Scusate, prima che monti un casino inutile devo dire che ero uno di quelli che scriveva quelle lettere. Ne avrò scritte una, due, cinque"... Fossi loro non avrei nessuna remora. Perchè uno come Vizzini che non fa più politica e sene sta a casa sua deve dire i nomi magari di persone che in questo momento hanno un ruolo importante nelle vicende del nostro Paese?"
E' un messaggio trasversale o sbaglio?
"Io non voglio mandare messaggi trasversali a nessuno. Solo che vorrei che quelli che facevano le segnalazioni uscissero fuori e dicessero: le ho fatte anch'io".
Le secca far la parte della pecora nera tra tanti agnelli?
"Insomma i casi sono due: o me le scrivevo io le lettere di raccomandazione o me le mandavano. Giusto? E dato che non riesco a vedere qual è il reato...Solo che hanno tutti paura e tacciono. Così spiegherò tutto al Tribunale dei ministri".
Dove lei sarà convocato per...
"Per abuso d'ufficio... l'uso dei criteri... insomma, la discrezionalità nelle assunzioni..."
Me lo dice in italiano?
"Per raccomandazioni"
Ah ecco.
"Ma è la terza volta che mi processano. La prima volta fu per l'assunzione di 400 postini siciliani mandati nel Veneto. E sono sempre stato prosciolto. La cosa che conta oggi, però, è che il magistrato dividendo l'inchiesta in due tronconi riconosce che con la truffa dei falsi invalidi io non c'entro. Sono il truffato, non il truffatore. Tanto è vero che dai controlli con i carabinieri sta emergendo che in molti casi qualcuno ha falsificato la mia firma. fossi membro d'una banda di falsari avrei messo la firma mia, giusto? falsa, Giusto? Ecco, io sono indagato solo per le raccomandazioni".
Che per lei non sono un reato...
"No. Del resto richieste di informazioni mi giungevano da tutte le parti. Dal diretto interessato fino agli esponenti politici, ai sindacalisti, alle alte autorità... Tutti".
E quando dice "tutti" dice "tutti"?
"Io invito chiunque abbia fatto il parlamentare per anni a giurare di non avere mai scritto una letterina per sottoporre un caso meritevole di considerazione nell'ambito, come diceva la formuletta, dei limiti consentiti dalla legge". L'unico eccezione è Marco Pannella, che certo non avrà perso un muto della sua vita per scrivere una raccomandazione. E basta".
Tutti pieni di letterine.
"Ma se la Camera arrivò addirittura a istituire la categoria dei portaborse? Certo non erano degli scienziati nucleari chiamati a risolvere problemi molecolari...Dovevano occuparsi delle esigenze del collegio, della pensione che ritardava, del sussidio che non arrivava, della domanda che si era arenata. Dico: non svelerò un mistero dicendo che in queste cose la politica italiana è vissuta"