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Conferenza Movimento club Pannella
Depetro Alessandro - 4 novembre 1995
Un luogo comune spesso ripetuto come verità inconcussa, è che la
provincia italiana è una creazione "artificiale".

Artificiale?

Se per artificiale s'intende qualcosa che è stato creato, a torto o a

ragione, dalla volontà degli uomini svincolata da ogni tradizione,

artificiali sarebbero le regioni fabbricate arbitrariamente a Roma da

alcune centinaia di ignorantoni designati come deputati da poche

dozzine di imbroglioni che cucinarono nelle camorre-direzioni-dei-

partiti le liste dei candidati da essere inghiottite in blocco dagli

elettori.

Artificiale fu la unità burocratica imposta all'Italia nel 1859-60,

cioè il neoplasma francosavoiardo - dato che un cancro possa essere

detto artificiale, oggi, dopo quasi un secolo di vita.

Quasi tutte le provincie italiane esistevano prima del 1860, quando

non si parlava né di unità nazionale né di accentramento burocratico.

Molte provincie sono le civitates del mondo romano.

Firenze, Lucca, Pisa, Siena, Arezzo: città romane (anzi Arezzo

preromana), i cui confini provinciali sono su per giù oggi quali si

trovano nei documenti sopravvissuti all'alto medioevo.

Molte provincie non solo risalgono al mondo romano, ma corrispondono

perfettamente a una regione naturale: provincia di Foggia -

Capitanata; provincia di Bari - Terra di Bari; provincia di Lecce -

Terra d'Otranto o Salento ecc. ecc. Guardate una carta della Calabria.

La provincia di Reggio Calabria consiste in un massiccio centrale,

l'Aspromonte, e di un bassopiano periferico bagnato dal mare.

Questa provincia-regione naturale è divisa, mediante un profondo

avvallamento, da un'altra regione naturale, che forma la provincia di

Catanzaro.

E questa provincia consiste anch'essa di un massiccio centrale

(culminante nel monte Pecoraro) e di due bassipiani laterali, uno

sullo Ionio e l'altro sul Tirreno. E questa provincia è divisa

anch'essa mediante un avvallamento profondo dalla provincia-regione

naturale di Cosenza che consiste anch'essa di un massiccio centrale,

la Sila, e due pianure laterali.

Si può sapere perchè queste tre provincie-regioni naturali debbano

essere messe insieme in una nuova creazione artificiale, la Regione

Calabrese, così che un cittadino di Pentidattilo, che abbia un affare

da sbrigare con quella che oggi è la sua amministrazione provinciale,

debba andare non più a Reggio Calabria, ma dove? a Catanzaro, o a

Cosenza?

Invece di concentrare da Roma più provincie in una "regione",

bisognerebbe decentrare le Amministrazioni provinciali in

Amministrazioni circondariali, anche esse elettive.

Beninteso che anche questi smembramenti dovrebbero essere decisi

localmente dagli interessati, e non dai bestioni di Roma, ispirati da

chi sa quale Dio.

Le provincie sono inefficienti (altra cosa da artificiali), perchè già

nei regimi dispotici preunitari le burocrazie accentrate avevano

spogliato gli amministratori locali di ogni funzione e autorità.

La burocrazia del regime unitario non ha lasciato loro altro da fare

che qualche strada, la cura dei pazzi e poche altre funzioni che la

legge non vieta loro d'assumere.

Quel che occorre in Italia non è sovrapporre catafalchi di "regioni",

buone a niente, su gruppi di provincie buone a niente.

Occorre invece trasferire dall'Amministrazione centrale agli Enti

locali (Comuni e Province) fondi di reddito e funzioni, che

appartengono malamente oggi alla burocrazia centrale, liberare quelle

amministrazioni locali dal soffocamento prefettizio, e poi lasciare

che i cittadini, attraverso tentativi liberamente fatti ed errori

pagati da loro stessi, imparino a poco a poco ad auto-governarsi.

[Articolo di Gaetano Salvemini - Pubblicato sulla Voce nel 1949.]

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