In previsione del consiglio generale del prossimo fine settimana credo legittimofare alcune riflessioni, richieste o no, come contributo al dibattito.
Premetto che, in dichiarazioni pubbliche in riunioni di partito, ho ripetutamente
esrpresso la mia sfiducia in Berlusconi come possibile o probabile grande
riformatore della politica italiana, e conseguentemente la mia sfiducia in una
linea politica tesa a condizionare il polo in senso liberale liberista e tanto
meno libertario, e ho insistito sulla necessità di intraprendere la strada della
costituzione del terzo polo in alternativa ai "progressisti" e ai berlusconisti.
Aggiungo che ho ritenuto sbagliato l'inizio della campagna raccolta firme lo
scorso aprile, lo scorso maggio, e lo scorso luglio (e conseguentemente nulla
ho fatto in proposito allora) mentre seppure di malavoglia ho contribuito
alla campagna attuale (di mala voglia in quanto i compagni mi hanno fatto
presente che avevo ripetutamente criticato l'inizio della campagna in aprile,
poi maggio, poi luglio, dicendo che ottobre sarebbe stato il momento
giusto, ma io ritenevo che i sei mesi suddetti andassero spesi per trovare
altri alleati e nel chiarire una strategia politica diversa).
Chiaramente quindi il mio contributo è critico. Chi non ritenesse questa sede
o il momento o le circostanze o quantaltro idoneo a fare delle critiche può
fare a meno di leggere questo miserabile scritto con certa reciproca soddisfazione.
1) Questi referendum sono stati, in primo luogo, pensati, composti, e voluti,
come testimonianza di chi siamo noi, cosa abbiamo fatto, cosa intendiamo fare.
In secondo luogo come condizionanti il polo e Berlusconi nel polo, in senso
appunto liberale, liberista e libertario.
2) Il maggiore ostacolo incontrato nel coinvolgere altre forze nella attuale
campagna è, in modo logicamente conseguente e fattualmente verificato, nel
fatto che non si è chiesto prima a tali forze di cooperare alla stesura delle
richieste referendarie e di una linea politica in generale. Tali forze essendo
componenti dei "progressisti", di forza italia, della lega nord, federalisti
liberaldemocratici e federalisti di Miglio. Mentiranno, non diranno la verità,
sappiamo che è solo una scusa, un alibi, ma è un alibi che ha una sua
razionalità. Comunque sia, salvo notevoli ma individuali adesioni (penso ad
Adornato) non siamo riusciti a coinvolgere nessuna forza politica e non, che
concretamente possa darsi da fare per la raccolta firme. Pur conoscendo i
polli (anzi i maiali) con cui habbiamo a che fare, e quanto siano
tendenzialmente bugiardi, tuttavia, ripeto, tra i punti uno e due c'è per lo
meno una certa incongruenza. Tale incongruenza è massima per le forze del
polo che dovrebbero aiutarci per darci maggior forza per condizionarle
maggiormente. Per nobile che sia tale obbiettivo, esso non può trascendere
da una valutazione delle forze del polo, e di Berlusconi, quale si può
giudicare da piu di diciotto mesi di loro attività. Nè sulla apparente
futilità di sforzi analoghi, che io credo fermamente sinceri, che Taradash,
Martino, Ferrara, ed altri hanno tentato dall'interno di forza italia.
3)Per quanto suesposto il successo della campagna elettorale è vitale per la
sopravvivenza di una ipotesi veramente riformatrice. Il fatto che questo
sia in linea con la nostra tradizione, che ha sempre messo in gioco la nostra
esistenza sulle cose che habbiamo ritenuto di dover fare, può essere
confortante ma non dà un concreto aiuto alla riuscita della campagna. Oltre a
tutto se l'obbiettivo è ancora quello di condizionare Berlusconi, il successo
della campagna deve essere eclatante, non può essere limitato al mero
raggiungimento di seicentomila firme. Tale risultato non smuoverebbe ne il
polo ne Berlusconi, e ci lascerebbe solo sopravvivere per affrontare una
ancora incerta campagna elettorale, sia di elezioni generali che di referendum
nel 1997.
4) Una soluzione limpidamente politica, ed anche utilmente omnicomprensiva, è
quella di platealmente rompere con Berlusconi, dichiarare la nostra volontà di
costituire un terzo polo in alternativa ai maiali (poli) di destra, sinistra
e centro, annunciare la nostra volontà di presentarci da soli alle elezioni,
sulla base dei referendum e di quanti altri vogliono dare il loro contributo.
Credo che allora otterremmo l'attenzione che ci viene negata, a noi e ai
nostri referendum.
Certo Marco dovrebbe andare oltre quel magari che ha pronunciato da Costanzo
a proposito di questa ipotesi. Ma nessuno ha pensato alla pubblicità enorme
che verrebbe a noi e sopratutto alla campagna di raccolta firme da una scelta
del genere? E ad altre ovvie considerazioni?
Analisi da approfondire, da dibattere, ma per favore non da scartare a priori.
Qualcuno mi sente?
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