Roma, 7 novembre 1995
"In merito alle striscianti, e ora finalmente responsabili e chiare, notizie relative a fondi riservati assegnati ed usati dai vari Ministri degli Interni, secondo legge, ivi compreso, quindi, l'attuale Presidente della Repubblica, è ben esser chiari, ad assumere, ciascuno, le proprie responsabilità.
Noi fummo contrari, in sede parlamentare., come documentabile facilmente, alla conferma delle norme più o meno tradizionali relativi al funzionamento ed alle caratteristiche e prerogative dei servizi di sicurezza. Al solito, pressoché unanimi, le forze partitiche e il Parlamento stabilirono diversamente da quanto da noi auspicato.
Ciò ricordato, a maggior ragione sento il dovere e l'opportunità di affermare che i vari Ministri degli Interni non potrebbero, senza ledere la legge e interessi legittimi e doverosi di Governo, violare essi il carattere "riservato", per imperio della legge, dell'uso dei fondi affidati alla loro discrezionale e riservata gestione.
Fin quando ho avuto il privilegio e l'onore di poter a volte esprimere al Presidente della Repubblica, liberamente ed informalmente, mie opinioni, ed esserne ascoltato senza pregiudizi e senza ostilità, ho colto l'occasione per esprimere questa mia convinzione, rammaricandomi che tale linea non sembrasse essere chiaramente assunta dagli interessati.
Non mi sembra del tutto inutile e non pertinente ricordare e ribadire questa opinione, in linea generale, a prescindere, ovviamente, dallo sviluppo dei singoli casi dei quali non ho conoscenze alcuna".