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Conferenza Movimento club Pannella
Depetro Alessandro - 10 novembre 1995
PER VILIPENDIO A SCALFARO

RADIO RADICALE PERQUISITA, TUTTI CONTRO

L'iniziativa del pm romano aspramente criticata da destra e sinistra

(Il Gazzettino - Ven. 5 novembre 1995 pag. 5 - di Benedetta de Vito)

ROMA - La perquisizione a Radio Radicale fa deflagrare l'ennesima

polemica contro la giustizia spettacolo. E come per gli avvisi di

garanzia a Sgarbi e alla Maiolo, i due fronti avversari si trovano

d'accordo. Da Ersilia Salvato di Rifondazione a Maurizio Gasparri di

An: tutti criticano l'operato del pubblico ministero Giuseppe Andruzzi

che, per ottenere le cassette della trasmissione del 28 febbraio 1995

- con telefonate incriminate per vilipendio al Presidente della

Repubblica - ha mandato 8 poliziotti, quando - come sostiene il verde

Carmine Mancuso - "bastava una telefonata". Marco Pannella è

inviperito: "E' un'iniziativa violenta, analfabeta, indecorosa del

magistrato". Per Giuseppe Maceratini (An) è il primo segnale del

"dopo-Mancuso" e - afferma - "responsabile politico" è Lamberto Dini,

ministero dela Giustizia ad interim.

Dalla Procura, una breve nota per spiegare che, di fatto, gli agenti

"avendo ottenuto la spontanea consegna dei documenti ricercati, si

sono astenuti dal procedere alle perquisizioni". Tuttavia, si legge

ancora, "l'operazione si è conclusa con l'identificazione di persone

informate sui fatti presenti sul posto che saranno successivamente

esaminate".

Certo è che il coro di critiche è unanime e tutti, o quasi, parlano

dai microfoni dell'emittente. Protestano due progressisti come il

verde Carlo Ripa di Meana e il segretario del Prc Fausto Bertinotti.

Protestano due componenti del Polo come l'ex ministro della Giustizia

Alfredo Biondi, che parla di "persecuzione politica", e Gasparri di

An. Questi lancia una provocazione: "Chi ha ordinato la perquisizione

dovrebbe essere condannato ad ascoltare il filo diretto di Pannella

negli ultimi anni". Insomma, una sorta di dantesca legge del

contrappasso.

Protesta, ma con cautela, Piero De Chiara, responsabile per l'editoria

del Pds. Definisce l'atto "preoccupante", ma mette in guardia dalle

"strumentalizzazioni di parte". Si dichiarano "perplessi" Giuseppe

Ayala, dei democratici, il leghista Roberto Calderoli e la

progressista Sandra Bonsanti. A liquidare con una battutaccia

l'accaduto è un'altro leghista, Erminio Boso: "Il timore dei

pannelliani è che le forze dell'ordine scoprano il caveau dei succhi

di frutta e delle brioches del digiunatore Pannella". I Comunisti

unitari, per bocca di Famiano Crucianelli, lodano Radio Radicale la

cui natura democratica sarebbe "indiscussa e indiscutibile".

Naturalmente, i riformatori insorgono. Ieri hanno indetto una

conferenza stampa ad hoc. Ognuno ha detto la sua per deprecare quanto

avvenuto. Per il direttore della radio, Massimo Bordin, è stata una

"operazione scioccamente intimidatoria e quasi militare". Paolo

Vigevano, l'editore, parla di "atto di violenza". E Pannella rincara

la dose: "Noi denunciamo e deploriamo con il Parlamento il

comportamento criminale della Rai che censura i referendum. La

risposta è l'ennesima aggressione a Radio radicale unica oasi di

verità".

ag lr 1.0

 
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