"Caro Montanelli, le scrivo per segnalarle una serie di perle d'autore riportate in terza pagina del Corriere del 30 ottobre nell'articolo "Silvio, sei nelle sabbie mobili". La paternità delle perle è di Marco Pannella, quello che gira con i numeri al collo come la Banda Bassotti. "Scalfaro - dichiara Pannella - (rischia) di fare la fine di re Lear, che a un certo punto, chiuso nel suo palazzo, vedeva muovere contro di sé anche la foresta di Sherwood e si confidava, coincidenza, solo con la figlia...". Da brividi vero? Ora, è vero che Pannella non è un docente di letteratura inglese; può ancora risultare perdonabile un lapsus che gli faccia confondere Re Lear e Macbeth; ma che nel pasticcio si riesca anche a infilare la foresta di Robin Hood è francamente eccessivo. Né la confusione si può addebitare alle somiglianza tra i personaggi citati: Robin Hood toglieva ai ricchi per dare ai poveri; Re Lear si spogliava del suo regno per dividerlo tra le figlie; Macbeth era invece incline al prendere piuttosto che al dare. Con tutta questa confusione che cosa avrà voluto dire Pannella? Marcello Bacci (Ferrara)
Risponde Montanelli:
"Chiediamolo a lui. Anche se, temo, si difenderà (in Tv) dicendo che è tutto un complotto: di Shakespeare, in combutta con Montanelli e col signor Bacci.