LETTERA INVIATA AI DIRETTORI DI QUOTIDIANI E DELLE TESTATE GIORNALISTICHE DELLE PIU' IMPORTANTI TV E RADIO TOSCANE
Firenze, 15 Novembre 1995
Al direttore de........
Gentile direttore,
Le scrivo perchè sono amareggiato dal fatto che una campagna referendaria -come quella in corso sui 20 referendum liberali, liberisti e libertari- debba essere così maltrattata anche dal giornale da Lei diretto.
I soliti radicali che piangono censura? No il nostro pianto in questi anni, purtroppo per noi e per il Paese, è stato sempre presagio di sventura, periodi bui e finti periodi nuovi -proprio come quello che stiamo vivendo in questo momento, tanto decantato come Nuova Repubblica.
La non-informazione non riguarda noi e le nostre iniziative, ma qualcosa che va molto oltre il nostro essere e il nostro volere. La non-informazione riguarda tutti quei milioni di cittadini italiani a cui è negato il "conoscere per deliberare", a cui è negata la conoscenza di atti previsti, tutelati e incoraggiati dal nostro sistema politico e costituzionale.
Infatti la Corte Costituzionale ha riconosciuto ai Comitati Promotori dei Referendum la natura di poteri dello stato, rilevando quindi la natura istituzionale, pubblicistica, e non di fazione o di partito, della loro attività. E non è un caso, infatti, che la legge che disciplina i referendum prevede che siano luoghi istituzionali -le segreterie comunali- quelli in cui si raccolgono le firme dei cittadini, oltre alle capacità di mobilitazione dei comitati promotori stessi di istituire punti mobili per la raccolta.
E' evidente che l'attività dei Comitati promotori dei referendum ha un carattere istituzionale, al pari di una campagna elettorale, e che parimenti il corpo elettorale dovrebbe essere investito di responsabilità e informazione per poter decidere di parteciparvi o meno.
Gentile direttore, il problema non è solo quello di dare notizia dei luoghi in cui si raccolgono le firme (che già di per sè sarebbe cosa auspicabile), ma soprattutto di far sì che il cittadino sia messo in condizione di farsi un'opinione sui quesiti referendari, e di conseguenza scegliere se firmare o meno per chiamare il copro elettorale nel suo insieme ad esprimere un SI' o un NO. E -trattandosi di 20 richieste di referendum- il materiale interessante per ogni tipo di lettore non mancherebbe.
Sull'inadempienza del servizio pubblico radiotelevisivo in materia, come Lei saprà, abbiamo già presentato denuncia alle 165 Procure della Repubblica (tra cui anche Firenze). Sul comportamento di organi privati d'informazione, non possiamo che usare gli strumenti del chiedere, ricordare, stimolare, in nome di un dovere civico che ci vede accomunati per migliorare il nostro Paese.
Vincenzo Donvito