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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Sergio - 21 novembre 1995
Roma, 21 novembre 1995

TESTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI QUESTA MATTINA AL TEATRO FLAIANO DI ROMA.

"In quel tempo il Signore disse per mezzo di Isaia figlio di Amoz: 'va, sciogliti il sacco dai fianchi e togliti i sandali dai piedi!'

Così egli fece, andando spoglio e scalzo.

Il Signore poi disse: 'Come il mio servo Isaia è andato spoglio e scalzo per tre anni, segno e simbolo per l'Egitto e per l'Etiopia, così saranno condotti dal Re di Assiria i prigionieri d'Egitto e i deportati dell'Etiopia, giovani e vecchi, spogli e scalzi e con le natiche scoperte, vergogna per l'Egitto...

Non noi, come non Isaia, ma i nostri popoli, spogli e scalzi e con le natiche scoperte, vergogna per l'Italia, per il nostro tempo, per la nostra società: questo occorre scongiurare...

Noi diamo letteralmente corpo alle nostre convizioni. Questo può farlo qualsiasi fanatico. Ma noi diamo letteralmente corpo alla legge, alle leggi, perchè il potere che le impone, esso stesso le applichi e le rispetti. Così, armati di nonviolenza, con i nostri corpi chiediamo ascolto e rispetto per la vita del diritto e il diritto alla vita.

488 Deputati e Senatori della Repubblica, ampia maggioranza assoluta del Parlamento italiano, hanno denunciato il perpetrarsi di un reato, l'attentato ai diritti politici del cittadino, hanno chiesto al custode della Costituzione e dei diritti di interromperne la flagranza, di dare voce e forza al diritto offeso e perdente, e il Presidente della Repubblica Scalfaro resta sordo al loro appello, oltre che al nostro. E gli effetti del delitto, per la terza volta rischiano di compiersi, stanno compiendosi.

Una classe politica accusata d'esser solamente capace di risse e faziosità, di cecità e di miserie, mostra invece di sapersi unire in difesa dei diritto, dei diritti, della nobiltà della politica. Lo fa con solennità e decisione, ma il paese lo ignora. Essa viene condannata ad emettere silenzio e clandestinità dalla cultura dei mass-media. Il ceto politico deve apparire spregevole per guadagnare la 'conoscenza' e il giudizio del popolo, della gente, nostro.

59 parlamentari, per togliere dai nostri corpi il peso e l'assillo della fame, della fame di legalità e di giustizia, di dialogo e di parola, digiuna. Sono donne e uomini di Rifondazione Comunista o del PDS, di Forza Italia o di Alleanza Nazionale, e di ogni altro gruppo politico e parlamentare. Essi non amano necessariamente i referendum, o non concordano con i nostri. Ma ritengono vitale per la vita del diritto, e il diritto alla vita, che vengano semmai colpiti e battuti nel rispetto delle regole del gioco.

Rendono pubblico questo loro atto e per ciò solo diventano clandestini, ed emottono silenzio. La nobiltà della politica italiana non è nè vieta, nè inesistente; ma vietata, proibita, condannata.

Praticano, i 488 e i 59, anche una concreta solidarietà umana, civile, politica, responsabile, difficile, la fratellanza nella diversità e nella lotta: e ne vengono puniti; devono apprendere che questo non è loro consentito, che devono essere altro e altri.

Che la politica italiana non deve, non deve essere nonviolenta, tollerante, non faziosa. I giornalisti, il partito dei giornalisti, i loro sottopartiti con i loro segretari-direttori, non saprebbero come scrivere queste cronache.

A questo non sono stati formati.

Questa è la nuda verità. Come i nostri corpi, nudi; come la nostra denudata fatica, la nostra nuda politica, la nostra nuda lotta. Ma il nudo, come la fame, come la sete, può essere verità, e non vuota parvenza. Il totem del nudo da consumo, del nudo osceno, del nudo 'bello' è oggi, lo speriamo, infranto.

La nudità, come la verità, come la felicità, come la politica nobile, è conquista, è moralità ed è dramma. Se è - com'è oggi - concepimento e concezione, e non consumo e abbandono.

Sapeste quanto ha richiesto piu' forza, piu' tormento, anche, piu' innocenza, piu' convinzione, piu' lotta, quest'atto politico di oggi, volontà e rappresentazione. Quanta piu' innocenza e determinazione per perseguire l'obiettivo, il risultato, di quella cui abbiamo dato corpo da 38 giorni, e che continua.

Siamo qui per dire al Presidente della Repubblica italiana, all'ordine giudiziario, ai tenutari ed ai responsabili del servizio pubblico della Rai-tv sempre piu' produttore di non conoscenza, di disinformazione, di reati e delitti che oggi piu' di ieri sono impuniti perchè tuttora in questa società non si puniscono i ladri di verità e di conoscenza, ma solamente ed a volte quelli di denaro e di potere, delle cosche perdenti, ai liberi giornalisti la cui libertà si sostanzia nella logica di potere e di fazione, siamo qui per annunciare che questa lotta andrà avanti, sarà resa piu' dura, piu' forte, piu' estesa, sempre con l'arma della nonviolenza, con le migliaia e migliaia di compagne e di compagni, di amiche e di amici che hanno già consentito a 175.000 persone di dare anch'esse corpo, quello della loro mano che ha apposto venti volte una firma sotto i loro occhi, che hanno dato letteralmente , così, mano alla lotta per il diritto e per i venti referendum liberali, liberisti, libertari, riformatori, de

mocratici.

Voi ci vedete. Come ci siamo fatti ricchi nella storia della nostra povertà, così ci facciamo forti di questo nostro magrore, di questa nostra debolezza, di questi nostri corpi di queste nostre mani sempre nude di qualsiasi bottino, che consegniamo al vostro sguardo ed alla vostra coscienza, alla giustizia, alla informazione.

Noi speriamo con tutta l'anima, la ragionevolezza umile e fiduciosa per la quale vi abbiamo invitato e ci affidiamo oggi a voi, la onorevole e antica mendicità di clerici vagantes, di laici del dialogo e della democrazia, noi speriamo perchè siamo speranza, come la parte nascosta, che abbiamo scoperto, della politica italiana e della sua possibile nobiltà.

Quali che siano le ore, adesso, i giorni, le settimane che ci attendono, di fame, di sete, di arresti, di processi, di carcere ad essi ci prepariamo, anche per meglio scongiurarli.

Questa è la nostra nuda verità. Comprendentela, giudicatela, raccontatela. E questo è l'obolo che vi chiediamo.

Grazie.

 
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