tratto da "Il Gazzettino" del 22 novembre 1995
pagina 3 , taglio basso, con 2 foto e didascalia "A destra Pannella. E sopra i Riformatori, nudi sul palco per protestare contro la scarsa informazione sui referendum".
Provocazione dei Riformatori a Roma
Nudi sul palco, per i referendum
E dietro le quinte c'era Pannella che leggeva versetti biblici
Roma - nostra redazione - Erano otto, riformatori, nudi come mamma li ha fatti, digiuni da 38 giorni, tutti lì a protestare ancora una volta contro il silenzio dei media sui referendum. Li guidava, ma da dietro le quinte del teatro Flaiano, la voce di Marco Pannella che leggeva versetti biblici sul profeta Isaia il quale, per tre anni, girò ignudo come "segno e simbolo per l'Egitto".
E così tra 16 natiche e altre particine loro, i riformatori hanno dimostrato che in fatto di provocazioni e proteste, sono sempre i più originali.
Risultato? I media hanno parlato della iniziativa adamitica, Pannella è stato ascoltato dalla Commissione di vigilanza Rai e in molti - il senatore leghista Erminio Boso, detto Obelix - hanno gridato allo scandalo.
La protesta senza veli dei radicali è stata, dunque, un vero happening teatrale sullo stile brechtiano di "Aspettando Godot" con tanto di entrata "privata", nel senso che per assistervi bisognava prenotare e confermare un biglietto.
Ma il contenuto della piece era tutto politico, Pannella declamava: "Noi diamo letteralmente corpo alle nostre convinzioni. Questo può farlo qualsiasi fanatico. Ma noi diamo letteralmente corpo alla legge, alle leggi, perché il potere che le impone, eso stesso le applichi e le rispetti. Così, armati di nonviolenza, con i nostri corpi chiediamo ascolto e rispetto per la vita del diritto e il diritto alla vita".
Naturalmente l'appello - come quando fu ricoverato per lo sciopero della sete - è a Oscar Luigi Scalfaro, affinché intervenga quale garante della Costituzione "perché interrompa la flagranza e dia voce e forza al diritto offeso". E altrettanto naturalmente, il leader riformatore ricorda che, schierati dalla sua parte, ci sono ben 488 parlamentari dei più diversi schieramenti politici. Come dire che anche chi non approva il contenuto dei referendum, quanto meno difende - alla maniera del filosofo francese Voltaire - il diritto alla libera opinione ed alla sua lecita propaganda.
Lecito d'accordo, ma Pannella sembra davvero l'agnus dei votato al martirio.
Afferma, ad esempio: "Quali che siano le ore, i giorni, le settimane che ci attendono, di fame, di sete, di arresti, di processi, di carcere, ad essi ci prepariamo anche per meglio scongiurarli. Questa è la nostra verità, comprendetela, giudicatela, raccontatela. Questo è l'obolo che vi chiediamo".
Sostiene poi che chi firma i referendum "diventa clandestino, emette silenzio, perché non è Boso".
Proprio il senatore leghista, famoso per le sue intemperanze anti-extracomunitari, critica la "pagliacciata degli istrioni" di Pannella e dice: "Negli Stati dove la fame esiste si vergognano delle vostre nudità. I riformatori dovrebbero avere più idee politiche e meno nudità ripugnanti".
Concorda Franco Corbelli, del movimento "Diritti civili": "E' ora di smetterla con queste oscenità pwer catturare attenzione e audience". Protestano anche le associazioni dei cacciatori (Unavi) nemici acerrimi di Pannella, che stigmatizzano "l'esibizione di nudo artistico per tuonare contro quella partitocrazia di cui è figlio e per protestare contro l'informazione negata che lo sostiene quotidianamente".
Benedetta de Vito
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tratto dal "Messaggero Veneto" del 22 novembre 1995
pagina 2, taglio medio, con foto e didascalia "I riformatori nudi al teatro Flaiano di Roma".
Clamorosa protesta dei Riformatori in un teatro della capitale contro il silenzio sulla raccolta delle firme
Pannella choc: nudi per i referendum
Tre parlamentari e cinque attivisti (anche una donna) posano per un quarto d'ora "al naturale"
Roma - Nudi? Sì, erano proprio nudi, il più pudico, Sergio Stanzani, era semicoperto dallo scheletro di un albero: "Mi ha creato seri problemi farlo".
Rita Bernardini, unica donna, aveva un chiodo fisso: il freddo intenso. E papà Paolo Vigevano pensava alla figlia Timea: "cara, ti dedico tutto questo". Tre parlamentari e cinque attivisti riformatori sul palco del teatro Flaiano assolutamente privi di vestiti per quindici minuti. Niente a che vedere con i bronzi di Riace, per carità. O anche con le "showgirl" di Verhoeven.
Ma scopo degli otto reduci da 37 giorni di digiuno, non è quello di farsi ammirare, bensì di stupire. In gergo, di fare notizia: "Siamo qui per gridare la nuda verità, per protestare contro chi boicotta i nostri venti referendum" spiega la voce fuori campo di Pannella, che per l'ennesima volta si scaglia contro Scalfaro: "Ci rivolgiamo al custode della Costituzione perché dia voce al diritto offeso, ma lui resta sordo ai nostri appelli".
A giudicare dalla platea - piena a metà di giornalisti e cineoperatori - ci sono riusciti. Niente luci della ribalta per il Marco nazionale.
Stavolta lui ha scelto la parte meno scomoda ma non meno appariscente: quella del regista. E' lui l'autore di questa "visione", per dirla con Stefano Diosisi - regista sul serio (ha lavorato con Mario Martone) e radicale per hobby - che ha allestito "tutto questo". Un pizzico di Beckett, un po' di off-Broadway e il modulo "nude look" in voga nelle manifestazioni giovanili degli anni '70. E voilà, la nuova frontiera della protesta politica è raggiunta. La scena è scarna: uno schermo, una pianta secca e un po' di terra.
A riempirla bastano gli otto attori (Bernardini, Bertè, Cusino, Frateloreto, Mariano, Stanzani, Strik Lievers e Vigevano, 28 anni il più giovane, 72 il più anziano). Loro, e la voce narrante di Pannella.
Le undici e trentacinque: dal sipario appena aperto emerge uno schermo - sul quale passano immagini tratte dal libro "Mille Marchi" - verso il quale sono voltate otto figure accovacciate che danno le spalle al pubblico. Eloquenti le immagini (da Pannella giovane a un membro maschile) eloquenti gli otto nudi con un passamontagna nero in testa. Qualche problema tecnico ("ma la porta è chiusa?" si ode), poi lo spettacolo "goes on". Pannella legge un brano del vecchio Testamento (Isaia 20, 1 -4 in cui il Signore invita ad "andare in giro nudo come segno e simbolo per tre anni"), gli otto si voltano e scoprono il volto. Si prosegue con l'illustrazione dell'iniziativa e alle dodici meno dieci tutto è compiuto: compare il numero di telefono dei riformatori sullo schermo, gli "attori" scandiscono i loro nomi.
A un mese dalla scadenza, per ogni referendum sono state raccolte 173mila firme. Che faranno la prossima volta i riformatori? Si suicideranno in diretta come Peter Finch in Quinto potere?
Antonella Coppari
--- MMMR v4.50h beta * Gutta cavat lapidem