lettera a Marco Pannella
da parte di Daniela Denuzzo, iscritta e militante dei Club Pannella e del Partito Radicale.
Daniela è non-vedente. Ha chiesto a me (V.Donvito) di intercedere tecnicamente, perchè è ancora una novizia di Agorà, in particolare con i programmi che neconsentono l'uso anche ai non-vedenti.
Se qualcuno vorrà trasmetterla direttamente al destinatario, ci farà cosa gradita (capito Sergio Rovasio?)
Caro Pannella
Questa mia lettera non vuole essere una lezione, ma una
correzione rispetto a una mira a mo avviso errata. Credo che
esistano molte modalitàper esprimere un concetto. Sino ad oggi,
sperando che in futuro cambi, ho ascoltato sempre molto
attentamente i tuoi interventi, discorsi, ecc, ed ho molto spesso
riscontrato che per esprimere il concetto di non sapere o di non
volere comprendere, usi le seguenti similitudini: è cieco,
bisogna essere miopi, sono sordi ecc..
Credo che io mi possa
rivolgere a te per dirti che per me è faticoso spiegare alla
gente tutti i giorni, che noi ciechi siamo delle persone più o
meno come le altre e che essere ciechi non significa essere
stupidi. Tutto questo e tanto ancora altro viene vanificato da un
luogo comune, cioè quello di identificare la stupidità o il non
volere capire le problematiche politiche con la cecità. Non
voglio insegnarti a parlare, però vorrei che comprendessi il mio
disagio nell'ascoltare che la sinistra è cieca, per esempio,
sulla problematica referendaria. Potresti dire che la sinistra su
questo tema si comporta come se noi spiegassimo ad un mattone, ad
un qualcosa di non vivo insomma.
Caro Pannella, mentre ti scrivo
mi sento un po' sciocca, so bene che il tuo intento era diverso
da quello che forse traspare dalle mie righe, ma spero tu capisca
e sappia leggere questa mia anche se non mi esprimo troppo
chiaramente, ma è maledettamente difficile spiegarmi. Quando
tento di parlare con quelli che conosco delle campagne dei
Riformatori, mi viene spesso fatto osservare che tu identifichi i
ciechi con l'ignoranza, io so che non ècosi, ma come faccio a siegarglielo? Credo inoltre che si debba smettere di parlare per
similitudini, a mio avviso sarebbe meglio dire cosa accade con
chiarezza. La mia inoltre è una battaglia mirata a sconfiggere
la cultura del diverso o dell'handicappato: siamo innanzitutto
delle persone! Fino a quando avevo la vista mi chiamavo Daniela
De Nuzzo, ora sono la cieca.
Ho scritto solo a te questa lettera,
perchè credo che tu sia l'unico personaggio che possa capire
questa mia esigenza, il cui fine è quello di poter dire un
giorno che Pannella è l'unico uomo politico che nei suoi comizi
non immagina i ciechi come degli stolti. Ma soprattutto non
assomiglierò piu ora a Bertinotti, ora a Prodi, ora a Fini ecc..
Ti ringrazio di avermi letta ed attendo con impazienza di
ascoltarti. Grazie.
Daniela De Nuzzo