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Conferenza Movimento club Pannella
Palumbo Stefano - 23 novembre 1995
MARCO PANNELLA, IL MENESTRELLO.
Ottimo attor comico, anche quando è ripetitivo.

ARTICOLO APPARSO SU UN MENSILE DI NOME 'CARTABIANCA' (AREA CATTOLICA) NEL MESE DI SETTEMBRE 1995 A FIRMA O.B.).

"Cos'è un pagliaccio? Il termine deriva da pagliericcio e sta a indicare, nominalmente, l'abito fatto di tela grezza di cui si rivestono i vestimenti che usavano indossare i tipi piu' apertamente comici e buffoneschi del teatro tradizionale e che poteva farli somigliare a sacchi o fantocci pieni di paglia. Marco Pannella si muove nella scena politica italiana, teatro tradizionale della nostra società , in modo 'apertamente comico e buffonesco', appunto pieno di paglia.

Ma la figura del pagliaccio è anche lontana erede della maschera del diavolo frequente nelle sacre rappresentazioni medievali: e Marco Pannella ha quel tratto diabolico che lo fa figlio del peggiore Medioevo, soprattutto quando sorride con quel ghigno che lo rende satanico: aveva quel ghigno quando si rifiutò di entrare in S.Maria Minerva al tempo dei funerali di Spadolini, proclamando che un vero laico non chiede la benedizione del prete nel momento della morte e che poi non credeva affatto alla conversione del professore di Firenze. Intanto faceva comizio fuori dalla Chiesa mentre si officiava sull'altare, come solo il Satana di carducciana memoria avrebbe saputo e potuto fare.

In Spagna chiamerebbero il nostro Marco el gracioso, che è il diretto antesignano, nel secolo XVI, del pagliaccio italiano: di solito un domestico del protagonista, dal comportamento estroso e ridicolo. Marco Pannella è el gracioso per eccellenza, perchè è domestico dei veri protagonisti politici: ieri Craxi, Berlinguer, oggi Berlusconi e Fini ('il mio amico Marco'). El Gracioso è sempre esistito, e in Inghilterra un personaggio del genere lo si incontra già prima di Shakespear, tanto che Amleto vi accenna nei suoi consigli agli attori. E Marco Pannella è un buon attore, talvolta ottimo, anche quando è ripetitivo, perchè ha imparato bene la parte. Immaginate le risate che si fa ogni qual volta, calato il sipario delle sue sceneggiate può dire 'che fessi, li ho convinti anche questa volta!'.

Nel teatro italiano i piu' immediati antecedenti del pagliaccio sono le maschere di Arlecchino e di Pulcinella, e i tipi della commedia dell'arte in quanto autori di 'lazzi' e simili. Marco Pannella è un pò Pulcinella e un pò Arlecchino: è figlio comunque della commedia dell'arte ogni qual volta parla e agisce, autore stupendo di 'lazzi' e simili, che usa a piene mani sicuro nella sua estrosa genialità, che nessuno lo può superare in motteggi, 'lazzi' e simili.

Nel teatro tedesco Pannella occuperebbe il ruolo del Hanswest antico o quelli del Tolper o Rupel moderni che hanno in sè tutta la tragedia della Selva nera, senza nascondere quel misto di farsa cara a tutti i personaggi di Grimm.

Ma Marco Pannella può bene occupare anche il personaggio del jester o fool del teatro elisabettiano che giunge in Francia dall'Inghilterra e che viene a confondersi con le maschere infarinate di Pierrot. Ma di quest'ultimo non conosce il mesto silenzio e non ha gli occhi dolcissimi della sofferenza, bensì il vociare grintoso della rane e il luciferino sguardo di chi non sta a nessuna regola di gruppo.

Dalla tragedia e dalla commedia il pagliaccio si stacca assumendo una parte notevole nella pantomima diventando infine autonomo nell'ambito del circo equestre. E Marco Pannella si è reso autonomo nel circo equestre della cosiddetta 'Seconda Repubblica' dopo che nella Prima era stato attore tragicomico esilarante. Ora, in questo cosiddetta Seconda Repubblica ha accentuato il proprio carattere sempre piu' aderente ad una comicità pura, priva di significati logici. Marco Pannella non ha nulla del famoso Jocko, pagliaccio francese romantico, vero e proprio attore grottesco-sentimentale, ma ha tanto (se non tutto) del Grock, il clown dalle trovate assurde e 'metafisiche'.

La grandezza di Marco Pannella sta nell'essere consapevole di assumere di volta in volta i ruoli comici e buffoneschi del pagliaccio; estroso e ridicolo come el gracioso, attore impareggiabile dei riferimenti di Amleto; ora Arlecchino ed ora Pulcinella; talvolta Hanswurst o Tolpel e Rupel con quel di ombroso che queste figure nascondono: talvolta Jester o Tool. Il dramma della politica italiana è che da Berlusconi a Fini, e da Buttiglione a Casini, questo signore che si chiama Marco Pannella, venga preso sul serio o comunque gli si dia un ruolo politico, rinnegando quindi il valore della polis che dal pensiero socratico in poi ha un valore sacrale che non può in alcun modo essere macchiato dagli scherzi e dai motti che avvengono nei circhi.

Eppure basterebbe trattarlo come merita, questo Grock del nostro tempo, da clown dalle trovate assurde e 'metafisiche' che opera in un circo come quello della politica italiana, che tutto digerisce e tutto rigurgita, compreso Marco Pannella.

I giochi ludici trasportati dalle carovane dei circhi si fermavano fuori dalle città e lì rimanevano per non sporcare il territorio sacro difeso dalle mura: e solo ai menestrelli veniva concesso di entrare a palazzo per rasserenare il sovrano sovraccaricato dal peso della gestione della cosa pubblica. Marco Pannella, vostro menestrello'.

(o.b.)

L'anonimo che si firma o.b. dovrebbe essere Cesare Mantovani (n.d.d.).

 
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