Rubrica settimanale di
RENO FRACASSO "ALLA FINESTRA"
Titolo:
"SPARIAMO SULLA CACCIA,
ANDIAMO A VOTARE"
Testo:
"...e guai a mancare l'obbiettivo.
Non ci sarebbe un agricoltore disposto
a perdonarlo. A chi? Ai sindacati
agricoli, i soli obbligati a difendere
gli interessi e l'attività dei contadini.
Ma chi sono i sindacati agricoli? Alcuni
studiosi li hanno analizzati, noi stessi
ne abbiamo "le pezze". Sono una palude
che stiamo esplorando da anni e che,
accanto ad una minoranza trasversale
pronta a tuffarsi nel futuro, permane
"una popolazione" timbrata dal marchio
del passato. Ora però qualche cosa
pare stia cambiando; perché nessuno crede
più di poter sopravvivere con le parcelle
della PAC (ndr: Politica Agricola Comune);
che finirà e li obbligherà a conquistarsi
la propria forza, anticipando gli attaccanti:
da vere avanguardie contadine. Smettendo
di vavacchiare nei retroterra delle azioni
di rimessa.
SI AI REFERENDUM PER SPARARE SULLA CACCIA,
titola la Confagricoltura. Finalmente.
Ma non vediamo pari titoli sulle
carte di molti altri: cinque, sei, sette
sindacatoni e sindacatini aggregati,
innanzitutto, da una rogna che non perdona
e li divora: della sufficienza, della
timidezza, della rinuncia. Quella stessa
malattia che, sotto sotto, impone loro il
colore grigio (al bianco e al nero), i
toni bassi, i timbri soffici, i tagli
incerti...e la coscienza? Dura! Ci
domandiamo: forse che i loro soci,
massimamente "piccoli", vengono risparmiati
dai prepotenti della caccia? Non ci pare.
UN VECCHIO COLTIVATORE DIRETTO INSULTATO.
Tempo fa, fummo presi dal rimorso, perché
mentre le automobili dei cacciatori che
cacciavano da noi non venivano parcheggiate
nella nostra azienda (perché avevamo la
forza di farle spostare), quelle stesse
finivano nei cortili d'una famiglia di un
piccolo agricoltore confinante. Spiaciuti
di questo fatto, ci siamo recati dal nostro
vicino, un anziano intelligentissimo
agricoltore e gli abbiamo detto: "Caro
Eliseo, perché non vieta il parcheggio a
queste vetture dei cacciatori?". Risponde:
"Per beccarmi gli insulti o peggio...?".
Ma come, gli rispondemmo, lei che ha il
coraggio di salire sopra il tetto della
casa, ha paura di quei signori? Risposta:
"A 83 anni vado più volentieri a ordinare
le tegole sopra il tetto della mia casa,
piuttosto che scontrarmi con quelli là;
mi creda è meno pericoloso per me e per
i miei animali... E poi, scusi, alla fine
mi consolo pensando che io sopporto le loro
macchine, ma lei deve sopportare i cacciatori".
APERTURA DELLA CACCIA.
Usciamo di buon'ora ad organizzare le raccolte.
Pere, mele, susine, pesche, percoche... Da
fine giugno a fine settembre e poi ancora,
con le Granny e le Fuji, in ottobre, fino ai
kaki e ai kiwi di novembre. Si lavora sempre
compreso sabato e molte domeniche; si lavora
a Ferragosto... Ma questa domenica è tutta
speciale: è l'apertura della caccia. Sono
le 6 e 30, il sole è basso in fondo alla
capezzagna che costeggia il lato nord dei
frutteti e che si estende da levante a ponente.
La imbocchiamo da ponente col sole in faccia
e cosa vediamo? Dodici "fucili" contro luce
su mille metri di capezzagna e una turba
di cani che entrano ed escono dai filari.
Ci viene da riflettere: avere tra i propri
amici dei cacciatori non è reato. Solo il
khomeinismo di certe organizzazioni
fondamentaliste considera il cacciatore
l'opposto dell'amante della natura, ma questi
dodici qua, con il fucile spianato a pochi
metri l'uno dall'altro, sono cacciatori?
Sono dei cacciatori di "questi tempi" dalle
automobili e dai fucili ricchissimi, ma dai
cervelli poverissimi.
DAPPRIMA UN GRAN SILENZIO e la nostra (la mia
e quella di mio figlio)indignazione per un
esercito di armati contro due leprotti (diciamo
due uniche lepri esistenti in tutta l'azienda).
E poi una scarica lunga a ripetizione e mille
latrati e le due prede fatte a pezzi in mano
ad uno dei dodici, in lite furibonda con il
decimo e l'undicesimo che ne vantavano la
proprietà, avendo sparato insieme. Il tutto
davanti ai nostri occhi,del proprietario del
fondo e d'un giovane, nostro figlio, naturalista
spasmodico anticaccia, amante della natura
e degli animali in termini giustizialistici, il
cui sogno punitivo è lo "sterminio" dei cacciatori
e la rieducazione di suo padre "che li difende"
con le sue tesi degli "opposti cretinismi".
Nostro figlio aveva battezzato i due leprotti
con il nome di Pick e Derry, controllandoli
nella crescita fino al giorno prima. Ed ora
veniva costretto ad assistere, impotente, al
loro massacro per opera di un'orda mongola
d'invasori protetti dall'art. 842 del Codice
Civile. Uno sconforto. E taluni menestrelli
del sindacato, monumentalizzati dallo loro
vite parallele ai partiti, non trovano questa,
del referendum per l'abolizione dell'art. 842,
una battaglia da fare per la dignità dei
contadini. Oppure altri ci inondano di insulti
soltanto perché glielo abbiamo ricordato. Non
ci stupisce, non ci disarma: a questo punto
nemmeno ci addolora. Ci carbura. Andiamo
subito a portare la nostra firma per il
referendum contro l'art. 842 del Codice Civile."
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