Roma, 4 Dicembre 1995
"Come prevedevo, da ogni parte, e spesso da parti molto serie ed in modo molto convinto, si spiega che il Presidente della Repubblica Scalfaro, come già il Presidente Cossiga, esercita le sue funzioni in supplenza dei poteri dello Stato e dei partiti, e trovandoci in un periodo di "transizione".
E' esattamente quel che denunciamo, anche se sulle cause di questa unanime denuncia divergiamo così come sulle conseguenze che occorre trarne.
Questi argomenti critici o polemici nei nostri confronti costituiscono l'espressione di una cultura profondamente contraria alla stessa cultura fondatrice dello Stato di diritto e di un diritto imperativo per tutti. Se quel che è opportuno sul piano politico, cioè su un piano sempre opinabile, deve esser fatto o puo' esser fatto prevalere su quello che è legalmente imperativo, ogni certezza del diritto viene negata.
Questa certezza, infatti, va difesa proprio nel momento in cui tutto il resto è o può apparire in crisi o incerto.
Inoltre sul piano concreto basta leggere i quotidiani ed ascoltare radio e televisioni da un anno per riscontrare che il Presidente della Repubblica occupa ogni giorno lo spazio della politica, cioè delle istituzioni politiche, in particolare il Parlamento e il governo, oltre che condizionare gravemente una informazione che voglia essere rispettosa delle responsabilità (e non delle irresponsabilità) costituzionali e delle varie istituzioni.
Ogni giorno il Presidente dela Repubblica esprime opinioni che per la loro stessa natura possono essere condivise da una parte o dall'altra dei cittadini mentre dovrebbe semmai prendere la parola per esprimere, nei modi prescrittigli dalla Costituzione scritta, quel che unisce nella legge i cittadini e non quello che li divide.
Ma occorrerà cedere la parola, fedelmente, al deputato Oscar Luigi Scalfaro, che in proposito per decenni e soprattuto nei momenti precedenti alla sua elezione alla presidenza della Repubblica, ha con grande eloquenza e vigore puntualmente affermato."