sui club condivido alla lettera quanto ha scritto giovanni vitale e non c'è dubbio che la questione organizzativa sarà centrale (o comunque lo dovrà essere) nel prossimo congresso. la prima riforma da fare, a mio avviso, è quella di ridurre drasticamente il numero di iscritti min e max per costituire un club, non per avere più club ma per averli più agili, funzionali e funzionanti. con dieci compagni nonviolenti se riuscissi a costituire un club saprei di avere uno strumento di lotta incredibile, ma con dieci o cinquanta persone che non hanno compreso o accettato il metodo nonviolento avrei ben poche proposte di azione. resta in piedi tutta la critica avanzata da giovanni sulla campagna di reclutamento e promozione dei club, il problema pero' non è quello della critica fine a se stessa ma della proposta. per il momento mi permetto di avanzare una proposta che non ha la pretesa di risolvere i problemi ma di prevenirli: i club devono essere costituiti da min 10 e max 15 iscritti, diversamente sappiamo già cosa accade.
Sulla RU486, con paolino pietrosanti avevamo lavoato un pochino nel 92 (se ricordo bene l'anno) ed oggi sono convinto che bisogna premere sull'accelleratore. Non so se anche oggi è troppo radicale per il partito pannella (non per pannella) dico semplicemente che ho deciso di impegnarmi su questo senza avere necessariamente l'imprimatur. è una questione di punti di vista ma aspettare che il partito pannella si faccia carico di dare l'ok o di assumersi l'onere mi sembra metodologicamente sbagliato. Tant'è che non ho proposto di costituire un club tematico o cose simili, dico semplicememnte che un gruppetto di militanti nonviolenti puo' portare avanti la campagna e la prima uscita puo' essere il congresso. anche per riempire il congresso di politica (e dovrebbe essere uno sforzo di tutti rilanciare le lotte a partire dalla disponibilità personale).
PS per gli interessati alla campagna sulla RU486: il lavoro continua via mail personale, quindi chi è interessato me lo faccia sapere.
