"Per tre volte, pubblicamente e direttamente, abbiamo chiesto ad Antonio Di Pietro, con fiducia, di dichiarare quale fosse il suo atteggiamento nei confronti dell'istituto referendario, e, in particolare, dei venti referendum in corso di sottoscrizione.
Nè Di Pietro, nè il suo portapensiero Veltri, hanno ritenuto meritevole di una risposta questa nostra reiterata richiesta.
Per l'ultima volta, ma davvero, chiediamo al cittadino Di Pietro se, quando, quali referendum ha firmato o intende firmare; o se preferisca legittimamente, con il suo comportamento, porsi fra coloro che contro i referendum praticano ostracismo e intolleranza, come i Bianco e i Buttiglione, i Casini e i Giovanardi, i Prodi e i Vespa e tutta la DC, oggi riprodottasi per scissione ovunque.
Per intanto prendiamo atto che il cittadino Di Pietro riscuote gli applausi di quasi tutti i 44 partiti esistenti; tranne quelli che esplicitamente attacca, e quelli che fanno finta di voler di più ancora (più conformismo, più controriforme, più ricerca facile di consensi nel Palazzo che esigenti riforme civili e istituzionali).
Me ne spiace. Il "crumiro" Di Pietro si accinge a dare la scalata alla palude partitocratica e sindacatocratica? Fra Prodi, Veltri e Veltroni, da un pool all'altro, il destino di Tonino è già segnato? Spero proprio di no, temo fortemente di si.
PS COMPLIMENTI AL TG1 DI IERI NOTTE: HANNO FATTO DI UNA MIA DICHIARAZIONE SU DI PIETRO UN SILENZIO SULLO STESSO TEMA. E' BASTATO TOGLIERE TRE PAROLE: "COME DE MITA" PER FARE QUESTA BANALE OPERAZIONE