Roma, 16 dicembre 1995
Il Presidente della Repubblica può cominciare a trarre il bilancio di quest'anno di governo della politica del paese, disastroso sul piano istituzionale, economico, politico, della assoluta incertezza gesuitica del diritto.
Le dichiarazioni del suo Presidente del Consiglio da Madrid sono semplicemente oscene per chi abbia un minimo di rispetto per la cultura politica e istituzionale, soprattutto per chi non intende mettere fra parentesi (in realtà distruggere) l'ABC stesso del lessico e delle tradizioni repubblicane e democratiche. Un Governo "tecnico" (acostituzionale e antidemocratico, letteralmente antidemocratico), che chiede al Parlamento fiduce "tecniche", per maxi emendamenti "tecnici" di accatto vile e indegno, di voto di scambio con tutti gli interessi - oscuri e inconfessabili - corporativi e particultari.
Vale la pena esser democratici, credere nello stato di Diritto, esser contro lo "stato amministrativo " per il quale Gugliemo Giannini venne criminalizzato e ritenuto un analfabeta della cultura liberale e democratica, per arrivare allo scenario odierno?
Il tradimento attivo della Costituzione non ha mai raggiunto tale grado di improntitudine, di presunzione, di mancanza di umiltà. Si celebra ogni giorno, in Italia, un quaresimale di alta retorica, paludato, in nome di tutti valoiri umani e giuridici esistenti.
Il demone, il demonio del potere, in realtà mai come oggi ha posseduto le istituzioni e le degrada a violenza, menzogna, ipocrisia, in questo paese nel quale si biascica sull'altare "machiavelliche" predicazioni e si celebrano misfatti e miserie come conquiste. Così la "politica" italiana toglie alla satira ogni spazio, ne rappresenta da sola l'incarnazione . Attendiamo il Goya dei Mostri perchè un poco almeno della "verità" (in nome della quale si sono compiuti i crimini peggiori) veda luce.