LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA RAI-TV, AL DIRETTORE GENERALE, AL GARANTE, AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE DI VIGILANZA, A PROPOSITO DELLE PARASSITARIE PROTESTE DEL SEN.PASSIGLI. ANCHE LUI HA RAGIONE, E PROTESTIAMO CON LUI PERCHE' NON V'E' DIBATTITO FRA CHI CONSIGLIA E CHI SCONSIGLIA DI FIRMARE. MENTRE CONTINUIAMO A RITENERE ASSOLUTAMENTE INADEGUATA L'INFORMAZIONE CHE NON VI E' STATA E QUEL CHE PO' CHE VIENE FORNITA IN QUESTI GIORNI. Roma, 18 dicembre 1995
"Da tempo, il senatore Passigli ha finalmente trovato una qualche occasione di presenza e di manifestazione pubblica grazie alla sua parassitaria tendenza ad "agganciarsi" ai nostri referendum. A maggio, ed in questi giorni.
Gliene sono grato, quanto ne sono divertito, da una parte, e confermato sul valore di questi "repubblicani storici" del partito di Giorgio La Malfa, ieri; della serie: "Francia e Spagna purché...." dall'altra.
Ma comunico alla Presidenza della RAI, al Direttore Generale, al Presidente della Commissione di Vigilanza, al Garante dell'Editoria, di concordare pienamente con il senatore progressista (se non vado errato; e per ora), nella sua richiesta di far udire in forma contraddittoria anche la voce di chi sconsiglia di firmare, oltre che quella di chi consiglia l'opposto. Per esempio, il leader del Polo (e - se parla - di quello di "centro-sinistra" Prodi), e, per limitarci ad oggi, l'on. Ferdinando Adornato (che, al contrario del sen. Passigli, "fa notizia" come animatore e direttore di "Liberal", come i massimi organi della stampa scritta dimostrano), l'on. Antonio Martino, ex Ministro degli Esteri, della Presidenza Nazionale di Forza Italia, ed altri.
Quel che Passigli non giunge a comprendere è che esistono informazioni "istituzionali" che debbono essere fornite sulla legge e sul funzionamento. E che il pronunciarsi di leaders politici per i venti referendum, in un paese non passigliano ma democratico, costituiscono notizie ben più politiche, che il loro pronunciarsi quotidiano sulla data delle elezioni; è che sei milioni di firme autenticate raccolte ufficialmente su una proposta di legge elettorale ad un turno, americana, e un referendum che a questo miri, sono fatti e notizie molto più solide che le personali opinioni di questo o quel docente univeritario, "specialista" o meno del settore.
Insomma, è più "notizia", credo, questa che un comizio, una "marcia", una "manifestazione" di piazza. Quindi d'accordo con Passigli: lamentiamo che non vi sia e non vi sia stato anche dibattito vero, sui referendum, su ciascuno di essi, e sul progetto nel suo insieme".