Roma, 30 Dicembre 1995
"Il Congresso Nazionale del Movimento dei Club Pannella-Riformatori si aprirà nel momento stesso in cui comincerà il deposito alla Corte di Cassazione dei (comunque) dieci milioni e oltre di firme di elettori italiani con cui si appoggiano le venti richieste di riforme referendarie del Movimento stesso.
La prova sarà comunque acquisita delle peculiarità popolari, alternative, di radicamento nella coscienza del paese, di forza organizzativa e propultrici, quindi, in sintesi, di capacità reale di alleanze o di solitudine che tranne il PDS o Alleanza nazionale nessuno altro ha.
Non condividiamo, ovviamente, il tentativo di governissimo o di affidare a questo Parlamento la possibilità di fare riforme che non é in condizione di fare, di controriforme che può invece imporre. Ma, ciò detto, le decisioni di far fiducia esistono o non esistono. Noi non avremmo mai consigliato a Berlusconi di fare la scelta che invece, con generosità e con coraggio, sta oggi cercando di realizzare. Ma, oggi che la scelta é fatta, ora che il gioco tutto volto ad assicurare la non tenuta delle elezioni entro febbraio o marzo sembra esser definitivamente riuscito, e il PDS pone il problema del Governo come problema innanzitutto programmatico, il nodo viene al pettine.
Semi presidenzialismo, o presidenzialismo? Sistema americano, o "continentale", francese, tedesco, austriaco, ecc? Stato liberale, cioé custode e affermatore di regole, o Stato mediatore fra i poteri forti, corporativisti, conservatori?
Queste sono le scelte qualificanti, e irrinunciabili, a mio avviso, e che devono ormai nel paese avere la garanzia e la forza di una organizzazione politica coerente, convinta, decisa e capace.
Infine, una nota doverosa: da circa un mese, il Presidente della Repubblica é poco presente nelle prime pagine dei giornali, nella attualità politica. Doveroso (e piacevole) é darne atto.
Inoltre, sul piano formale, la decisione del Presidente di respingere le dimissioni di Dini, per rinviarlo alle Camere é assolutamente in linea con le posizioni del deputato Scalfaro, contro l'extraparlamentarietà delle crisi. E con le nostre...
Non siamo ingenui. Le Camere, convocate fra più di dieci giorni, comportano un "uso politico" della crisi che liquidano le elezioni a marzo, o quasi. Ma é bene intanto accontentarsi. Lo facciamo".