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Conferenza Movimento club Pannella
Segreteria Rinascimento - 9 gennaio 1996
LA REPUBBLICA 9 GENNAIO 1996
"MARTELLI PARLA"

pag.8

E così anche Claudio Martelli ha fatto la sua rentrée politica grazie alla generosa accoglienza del Grand Hotel pannelliano. Avvenimento più che prevedibile, anzi persino in ritardo rispetto a molti e ad altrettanto fortunati ritorni. Che l'ex-delfino di Bettino Craxi fosse tra i migliori "animali politici" della prima Repubblica è stato sempre riconosciuto. Di lui non si può certo dire che fosse uomo di scarse lettere e di ancor più scarse letture. Colto, ambizioso, spregiudicato aveva messo la sua intelligenza al servizio di un padrone di cui conosceva tutti i difetti e i limiti, ma che proprio per questo sembrava congeniale al suo desiderio di emergere con una propria identità. E di fatti in più di una circostanza parve volersi contrapporre al disegno "integralistico" di Craxi, tutti teso a trasformare il partito socialista in un comitato d'affari dei rampanti degli anni Ottanta. Ma erano fuochi fatui: bastava un colpo di frusta del boss - come al congresso di Bari - per farlo rientrare all'ovile. Peccato

davvero perché la stoffa c'era, come seppe dimostrare nella sua esperienza di ministro della Giustizia a fianco di falcone. Quali dunque le cause del suo fallimento? Perché come molti, troppi uomini della prima Repubblica, anche Martelli considerò sempre la "questione morale" come un optional. Strategia e tattica facevano parte, per lui, di un bagaglio in cui non solo i fini giustificavano i mezzi impiegati per raggiungerli, ma nel quale non era prevista l'esistenza di un raccordo fra etica e politica. La conquista del potere, a qualunque costo, questo era ciò che contava. E solo su tale terreno veniva concepita l'operazione mirante a scalzare la Dc, quasi che la pura sostituzione fisica di un Gava o di un Pomicino (peraltro accettati come compagni di viaggi) potesse ridare credibilità e slancio all'azione politica. E' davvero stupefacente che Martelli nel suo intervento dell'altro giorno non abbia fatto il minimo accenno ai perché del crollo craxiano (e di conseguenza del suo). Troppo facile, oggi, parlare

di "deserto della sinistra", come se le difficoltà in cui questa si trova non dipendessero anche e soprattutto dai devastanti effetti prodotti dal cinismo e dall'arroganza dei ras di via del Corso. Non c'è fax da Hammamet o riscoperte classiste nel Grand Hotel pannelliano che possano riportare l'onore alla parola "socialismo", senza averla prima ripulita dal fango.

 
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