Roma, 9-1-96"UNA PROPOSTA INACCETTABILE SUL PIANO POLITICO, COSTITUZIONALE E REGOLAMENTARE".
Dichiarazione di Giuliano Urbani e Peppino Calderisi.
"Dopo il fallimento delle varie Commissioni parlamentari e bicamerali che si sono susseguite negli ultimi lustri, la proposta di una ennesima commissione parlamentare è del tutto inadeguata per realizzare le riforme costituzionali di cui il Paese ha bisogno. Non si può confinare nel chiuso di una commissione parlamentare il dibattito sulle riforme, senza investirne sin dall'inizio il corpo elettorale.
Ma la proposta del PDS di modifica del Regolamento per istituire una commissione speciale "per le istituzioni" non è assolutamente accettabile anche sotto il profilo regolamentare e costituzionale.
Con la procedura e la composizione speciale sarebbero lesi diritti fondamentali e sarebbe sconvolta l'intera impalcatura dei regolamenti parlamentari. Sono sufficienti due rilievi tra i tanti che si potrebbero rivolgere alla proposta del PDS:
1) Sarebbero prese in esame solo le proposte dichiarate urgenti, cioè le proposte ritenute tali dalla maggioranza semplice dei parlamentari con un voto per alzata di mano, dopo un intervento a favore e uno contro. Le proposte non gradite alla maggioranza non verrebbero neppure discusse !
Sono forse queste le garanzie per le minoranze tanto invocate dal PDS ?
2) La commissione verrebbe composta "in proporzione ai voti conseguiti nella quota proporzionale dalle liste confluite in ciascun gruppo parlamentare". Il riferimento ai voti anziché agli eletti farebbe resuscitare anche le liste che non hanno ottenuto il quorum del 4 % ma che sono confluite in altri gruppi (ad esempio i Verdi), mentre l'oscura formula adoperata escluderebbe i gruppi parlamentari costituiti dagli eletti in altre liste (ad esempio il CCD, i cui deputati sono stati eletti nelle liste di Forza Italia, e l' FLD, i cui deputati sono stati eletti nelle liste della Lega).
Il principio della composizione delle commissioni parlamentarti in base alla rappresentatività dei gruppi verrebbe radicalmenbte stravolto.
La proposta del PDS non tiene quindi conto di fatto della complessità della legge elettorale e della complessa trasformazione del sistema politico avvenuta dopo le elezioni, con la conseguenza rottura e ricomposizione di partiti e gruppi parlamentari."