suddivise in sottopotere di gestione dell'organizzazione, questo 'differenziazione' o meglio 'enfatizzazione' del tavolinaro o tavolinante la troverei piu' che giustificata, ma non è così. A parte infatti alcune rare eccezioni non credo esistano militanti che non fanno i tavoli, tavolo può anche essere per un deputato riformatore andare a cercare 486 firme tra i parlamentari che hanno firmato l'appello a Scalfaro (ma ve l'immagle centinaia di parlamentari pidiessini che raccologono un appello a scalfaro sull'occupazione per un numero così elevato di eletti? Ancora: 5-6 persone 'di vertice' che contattano il ministro degli interni per le circolari (mai ne erano state fatte così tante ai comuni in altre occasioni) oppure una media di 6-7 comunicati al giorno su pochi argomenti da diffondere a tv, giornali, direttori, editorialisti, intellettuali ogni giorno, prefestivi e festivi inclusi non è essere tavolinari? passare la domenica al gruppo alla camera (unico caso in tutta la storia dei gurppi parlamentari)(fare le rivhieste al servizio della sicurezza per consenl'accesso al palazzo il sabato e la domenica con orari che vanno dalle 8.30 alle 20.30 (natale, capodanno, ferragosto inclusi) non è forse fare i tavolinari? E poi magari andare la sera al partito per una riunione che dura fino a mezzanotte non è forse fare i tavolinari? Oppure stare al partito dentro una stanza dalla mattina alla sera, fare telefonate, parlare con i compagni in tutta italia per indicare loro la via migliore per il risultato ottenuto ai tavoli non è forse fare i tavolinari? Uè siamo impazziti? che è sta storia dei tavolinari, si siamo tutti tavolinari, chi non si sente tale sicuramente si sente a disagio. Bravo Donvito, hai spiegato per la nostra storia cosa significa davvero essere tavolinari e chi è militante da tanti anni lo può capire bene.