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PRESIDENZA REPUBBLICA: IL GIURISTA COTTA, ESPROPRIA PARLAMENTO

"Il capo dello Stato, in una misura mai prima avvenuta nell'Italia repubblicana, ha espropriato il Parlamento, sotto il paravento di governi tecnici che tali non sono, poiché sono tecnici di area". E' quanto ha affermato il filosofo Sergio Cotta, presidente dell'Unione internazionale dei giuristi cattolici, in occasione dell'inaugurazione dell'Istituto Accademico di Roma. Di fronte ad una platea di intellettuali (presenti tra gli altri Antonio Baldassarre, Lucio Colletti, Paolo Savona, Vittorio Mathieu, Vincenzo Cappelletti), il professor Cotta ha tenuto una relazione sulla divisione dei poteri nella Costituzione italiana muovendo numerose critiche al ruolo giocato nelle crisi politiche dal presidente della Repubblica.

Il noto filosofo cattolico ha stigmatizzato alcuni recenti comportamenti del Quirinale: "Nomina, persino, a trattativa privata il capo del governo, ne seleziona i ministri (tutti non parlamentari), concorda con lui i compiti da svolgere entro un termine la cui elasticità consente ogni rinvio al ripristino di un governo parlamentare. Manda i suoi messaggi non al Parlamento in conformità alla Costituzione (messaggi d'altronde che il Parlamento in passato ha deciso di non discutere); li manda invece a ogni possibile associazione o uditorio, sportivi e scolaresche compresi".

Secondo Cotta il presidente della Repubblica "non ha esitato persino a pronunciare severi ammonimenti all'Onu a modificare il suo statuto che solo il grande tatto del segretario Boutros Ghali gli ha impedito di abbandonare la solenne seduta di celebrazione del Cinquantenario dell'istituzione".

 
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